NBA24 PREVIEW – Orlando Magic, la stagione della ricostruzione. L’ennesima
COME L’ABBIAMO LASCIATA – Dalle Finals del 2009 sembra passata un’eternità. Anzi, facciamo pure a meno del “sembra”. Dei Magic che, più di un lustro fa, persero l’anello contro i Los Angeles Lakers in cinque gare è rimasto ben poco. E quello che poteva essere un formidabile trampolino di lancio verso una nuova età d’oro della franchigia, è rimasta soltanto una grandissima occasione non sfruttata finita ben presto nelle tristi pagine del grande libro dei rimpianti. Ciò che è venuto dopo quel caldo giugno è storia nota: da contender degli stilosi californiani, dalle parti della Florida hanno visto una progressiva discesa verso il baratro della lottery. Prima la sconfitta nella finale di conference contro i Celtics, poi due ingloriose eliminazioni al primo turno, infine le ultime disastrose regular season, col ben poco invidiabile record complessivo di 43-121. Con Howard che ha abbandonato ai primi sentori di affondamento della nave e Jameer Nelson migrato verso i ben più cestisticamente caldi lidi texani (leggi Mavs), dopo una serie di infortuni che avrebbe fatto impallidire anche Brandon Roy.
IL MERCATO ESTIVO – Ed ecco come al grido di “puntiamo sui giovani” (“si salvi chi può”, secondo i soliti maligni), parte la stagione 2014/2015. Quella dell’ennesimo tentativo di ricostruzione. Partito Aaron Afflalo in direzione Nuggets, in una trade che ha portato in dote Fournier, il roster a disposizione del confermato coach Vaughn si presenta come un imberbe agglomerato di ragazzotti di belle speranze e promesse mai mantenute fino in fondo. E, si, mi riferisco proprio all’arrivo di due free agent come Channing Frye,infortunatosi praticamente subito, e Ben Gordon: pagati tanto, probabilmente troppo. Dall’ultimo draft sono arrivati due giocatori di prospettiva come Aaron Gordon ed Elfrid Payton, il cui effettivo impatto a certi livelli è, però, ancora tutto da verificare. C’è poi l’altro enorme punto interrogativo (e non certo per le dimensioni) che risponde al nome di Nikola Vucevic: dall’adattabilità del centro montenegrino ad un sistema pensato per esaltare le caratteristiche del reparto esterni, dipenderanno le fortune, già fin troppo alterne, dell’intera squadra.
Squadra che, tra l’altro, mostra un’altra carenza strutturale nella pericolosità relativa del tiro da fuori. Andato via Afflalo, l’unico shooter perimetrale di un certo livello, ad eccezione del già menzionato Frye, i Magic sono la classica squadra da affrontare riempiendo il pitturato. E anche lo stesso Oladipo, quando tornerà, dovrà optare per qualche sessione di tiro extra in allenamento, se vuole avere un impatto maggiore di quanto già non ne abbia con la sua sola, strabordante, fisicità. Mancano, inoltre, opzioni credibili in ala piccola e un giocatore solido tecnicamente e mentalmente cui affidarsi nei momenti di prevedibile difficoltà.
L’UOMO FRANCHIGIA – Le maggiori speranze ricadrebbero su quel Victor Oladipo, che tanto bene ha fatto nel suo anno da rookie: peccato che la seconda scelta assoluta del 2013 abbia rimediato una poco simpatica distorsione al legamento collaterale del ginocchio, alimentando i dubbi sulle tempistiche del rientro (difficile vederlo sul parquet nell’opening game del 29 ottobre contro i Pelicans) e sull’effettiva efficacia del lavoro svolto dallo staff dei Magic durante la off season. Quando e come tornerà sono incognite che rischiano di pregiudicare fin da subito il percorso dei nostri eroi. In ogni caso lo stesso Oladipo, tempistiche di rientro più o meno lunghe, dovrà optare per qualche sessione di tiro extra in allenamento, se vuole avere un impatto maggiore di quanto già non ne abbia con la sua sola, strabordante, fisicità.
A COSA PUNTARE – Un quadro simile non può che lasciar presagire una stagione che si conclude in aprile, a meno di suicidi sportivi (Atlanta Hawks) al momento impronosticabili. Non tutto il male viene per nuocere però. I margini di miglioramento ci sono e sono notevoli. In più la consapevolezza di giocare con la mente sgombra dalle pressioni di un obiettivo da raggiungere, potrebbe essere il quid in più che consenta ai giovani Magic di crescere bene e in tranquillità. Ed avviare la risalita della franchigia verso i fasti dell’era Shaq. Perchè in fondo “tutta l’umana saggezza sta in queste due parole: aspettare e sperare”. Anche se ignoriamo quanto il general manager Rob Henningan conosca Alexandre Dumàs e il suo Montecristo.
IL PRONOSTICO – Stagione, se tutto gira per il verso giusto, da 30 vittorie o poco più. Ma i playoff sono un miraggio destinato a restare tale ancora a lungo.
IL ROSTER – 20 Kadeem Batts (23, PF), 1 Drew Crawford (23, SG), 30 Seth Curry (24, SG), 3 Dewayne Demon (25, C), 10 Evan Fournier (21, SG), 8 Channing Frye (31, PF), 00 Aaron Gordon (19, PF), 7 Ben Gordon (31, SG), 34 Willie Green (33, SG), 21 Maurice Harkless (21, SF), 12 Tobias Harris (22, SF), 11 Devyn Marble (22, SG), 44 Andrew Nicholson (24, PF), 2 Kyle O’Quinn (24, PF), 5 Victor Oladipo (22, SG), 4 Elfrid Payton (20, PG), 13 Luke Ridnour (33, PG), 17 Peyton Silva (23, PG), 9 Nikola Vucevic (23, C).