NBA24 PREVIEW – Oklahoma City Thunder: squadra che perde non si cambia? Decisivo l’inizio senza Durant per capire il valore di OKC
COME L’ABBIAMO LASCIATA – I Thunder di Kevin Durant e Russell Westbrook lo scorso anno avevano messo a segno una strepitosa regular season, con 59 vinte e 23 perse (72% di vittorie) e il secondo posto nella Western Conference, appena dietro agli Spurs che si sarebbero, da li a pochi mesi, laureati campioni. Dicevamo una stagione regolare da urlo, con un KD35 chiaramente in versione MVP, con una media spaventosa di 32 punti ad allacciata di scarpe. Per un periodo sostanzioso coach Brooks ha dovuto fare a meno di Westbrook, fermo ai box per un infortunio e fu proprio quel lasso di tempo che fece di Durant un giocatore fuori dalla norma. Ormai storico è quel duello, stravinto dal 26enne dei Thunder, contro LeBron James, durante il quale volavano malagrazie a destra e a manca. Ma pare che, non appena il gioielino di UCLA tornò in campo, qualcosa impedì all’MVP di proseguire la sua striscia di partite sopra i 40 punti. Arrivarono i PO e i meccanismi di coach Brooks iniziarono a scricchiolare, grazie ad una Memphis ben organizzata, particolarmente in difesa. In un primo turno pieno zeppo di gare-7, anche i Thunder rischiarono il tutto per tutto ma ebbero la meglio vincendo 4-3 quella serie. Da sottolineare la non brillante forma di KD che addirittura fu definito da molti tifosi come “Inaffidabile”. Gli avversari nel second round furono i tostissimi Clippers di Rivers, Paul, Griffin. Non proprio la squadra che vuoi affrontare dopo una serie così tesa come la precedente. La fortuna ha voluto che i Clips sciupassero delle occasioni colossali per impadronirsi sia del fattore campo che della serie e i Thunder, anche con alcuni fischi piuttosto particolari, vinsero (stavolta alla sesta gara) e approdarono alle finali di conference. Anche se il risultato delle finali reciterà 4-2, i Thunder scompaiono dal campo lasciando il trono a degli indemoniati San Antonio Spurs.
IL MERCATO ESTIVO – Se la sessione di mercato estiva è stata una vera corsa contro il tempo, piena di colpi di scena, occasioni colte al volo, indecisioni fino all’ultimo secondo, in casa OKC si può dire che l’estate è stata piuttosto tranquilla. Sebbene l’unico trofeo messo in bacheca da coach Scott Brooks sia il titolo di Conference di 3 anni fa, la dirigenza e il GM Sam Presti ha preferito muoversi con estrema cautela, senza stravolgere completamente una struttura già ben collaudata. I contratti onerosi di Kevin Durant e Russell Westbrook non lasciano tantissimo spazio di manovra e allora si è deciso di ritoccare qualcosina soprattutto in panchina. Mentre in uscita troviamo Hasheem Thabeet (76ers), Thabo Sefolosha (Hawks) e Caron Butler (Pistons), in entrata arriva Anthony Morrow dai Pelicans, tiratore dalle percentuali altissime dall’arco lo scorso anno (45.2%). Il draft ha regalato, poi, giovani interessanti e sui quali lavorare, come ad esempio Mitch McGary, centro da Michigan con eccellenti doti di rimbalzista (9 di media nell’ultima NCAA). Nessun cambiamento, dunque, né di gioco, né di pedine; si cercherà di offrire più spazio a chi lo scorso anno ha dato il massimo, convincendo Brooks ad un minutaggio più alto. I riferimenti sono chiaramente diretti a Reggie Jackson, che non ha fatto quasi per nulla sentire la mancanza di Westbrook, e a Steven Adams, centro granitico e dotato di una potenza difficilmente controllabile.
L’UOMO FRANCHIGIA – L’uomo franchigia resta chiaramente ancora lui: Kevin Durant. Le speranze di vittoria passano sempre e comunque per le sue delicate mani, per i suoi scatti allucinanti e per le sue piume indirizzate a canestro. I sogni di gloria dell’intera franchigia, messi da parte quelli sul piano personale, derivano dal suo gioco e dalla quantità di palloni che riesce a sfruttare. Come franchise player non si può scegliere altro giocatori al di fuori dell’ MVP. Delle voci di mercato hanno tenuto banco anche questa estate ma son durate lo spazio di un mattino visto che KD si dice felice dell’ambiente, dello staff e dei suoi tifosi. L’interessamento di Washington, città natale di Durant, continueranno a infastidire OKC ma Durant ha un solo obiettivo: l’anello, ai Thunder.
A COSA PUNTARE – Quesito per nulla semplice considerata la situazione “di stallo” che c’è in Oklahoma. È chiaro che con un giocatore come Durant e un supporting cast formato da Westbrook e Ibaka si può sognare sempre in grande ma già le stagioni precedenti hanno mostrato falle all’interno del sistema non indifferente. Coach Brooks il vero problema? In molti risponderebbero con un eloquente “SI!” ma probabilmente la pecca più grande dell’head coach di OKC sta nel fatto di non essere riuscito, in tutti questi anni, a costruire un vero e proprio sistema di gioco. Vuoi per l’incontrollabilità di Westbrook, vuoi per l’accecante bravura e talento del 35, fatto sta che i Thunder latitano quando parliamo di sviluppo offensivo delle azioni. Se nemmeno i Bulls di Jordan hanno vinto pensando “Diamo palla a MJ e vediamo che succede” potranno mai farlo ad Oklahoma City? La risposta è chiaramente no. Lasciare tutto all’improvvisazione, lasciare tutto al talento dei propri giocatori potrebbe risultare una tattica troppo fine a se stessa, che potrà salvarti in regular season ma sicuramente non nei PO. Con ciò non stiamo dicendo che Brooks è un cattivo allenatore e che il suo playbook è limitato o scadente. Semplicemente stiamo constatando la mancanza di un sistema, di una mentalità offensiva, di quella che possiamo volgarmente chiamare cultura del gioco. Puntare in alto è lecito ma senza basi non si riuscirà ad andare molto lontano, dove, insomma, KD vuole arrivare.
IL PRONOSTICO – Per quanto possa essere di relativo interesse la preseason, quella dei Thunder può definirsi già tragica. Perdere Kevin Durant per una frattura al piede non è il massimo, soprattuto alla luce ai discorsi fatti in precedenza. KD ne avrà per 6-8 settimane e, dunque, salterebbe il primo spezzone di campionato. Su chi graverà il peso dell’attacco? A chi affidare le responsabilità? Westbrook diventerà la prima punta del diamante offensivo e solo il tempo ci dirà se riuscirà a sopportare sulle sue (grandi) spalle il carico che gli affiderà Brooks. Sarà decisiva questa prima parte di stagione senza KD per poter valutare il reale, l’effettivo valore di OKC. Il pronostico finale è semifinali di conference.
ROSTER – 12 Steven Adams (21, C), 4 Nick Collison (33, PF), 35 Kevin Durant (26, SF), 9 Serge Ibaka (25,PF), 15 Reggie Jackson (24, PG), 6 Michael Jenkins (28, SG), 7 Grant Jerrett (21, PF), 3 Perry Jones (23, SF), 11 Jeremy Lamb (22, SG), 33 Mitch McGary (22, PF), 2 Anthony Morrow (29, SG), 5 Kendrick Perkins (29, C), 21 Andre Roberson (22, SG), 8 Richard Solomon (22, PF), 31 Sebastian Telfair (29, PG), 42 Lance Thomas (26, SF), 0 Russell Westbrook (25, PG), 44 Talib Zanna (24, PF).