NBA24 PREVIEW - Oklahoma City Thunder, nelle mani di Durant e Westbrook per un unico obiettivo: il titolo
COME L’ABBIAMO LASCIATA – La stagione 2014/2015 dei Thunder è stata caratterizzata, sin dall’inizio, da un’immensa sfortuna: infortunatosi Durant in preseason, all’elenco degli indisponibili si aggiunge, dopo una sola partita, anche Russell Westbrook. Questo ha comportato una partenza shock (5-13) della squadra finalista NBA nel 2012, che da questo momento inizia il tentativo di rimonta verso le zone nobili della classifica, terminata solo all’ultima giornata con un’inutile vittoria contro Minnesota: i Thunder, infatti, chiudono con il record di 45-37, come i New Orleans Pelicans, ma il vantaggio negli scontri diretti della squadra della Louisiana condanna OKC al termine anticipato della stagione.
MERCATO ESTIVO – Il mercato vero e proprio di Oklahoma City si è tenuto nel Febbraio scorso, con Sam Presti che è riuscito abilmente ad ottenere Waiters dai Cavaliers, Kanter e Novak da Utah, e Augustin e Singler da Detroit; in uscita Thomas, fuori dalle rotazioni, Perkins, in netta fase calante, e Reggie Jackson, desideroso di una maglia da titolare.
In estate, invece, la franchigia dell’Oklahoma si è limitata a rifirmare i contratti in scadenza del centro turco Kanter e dell’ala piccola ex Duke e Real Madrid Singler, oltre alla firma della ventinovesima scelta assoluta del draft 2014 Josh Huestis, parcheggiato agli Oklahoma City Blue nella passata stagione, e alle scelte di quest’anno Cameron Payne e Dakari Johnson; inoltre, è stato liberato Perry Jones, direzione Boston, in cambio di una seconda scelta.
La rivoluzione vera e propria, però, concerne la panchina: il mai amato dai tifosi Scott Brooks viene allontanato e sostituito dall’esordiente Billy Donovan, con 20 anni e 2 titoli ai Florida Gators in NCAA alle spalle; nel suo coaching staff figurano, tra gli altri, gli ex allenatori di Pelicans e Pistons Monty Williams e Maurice Cheeks.
L’UOMO FRANCHIGIA – Nei Thunder non si può certamente parlare di un singolo uomo franchigia: sin dal loro ingresso in NBA, infatti, Durant e Westbrook hanno trascinato Oklahoma City nelle loro plurime campagne ai playoff con pari talento ed impegno.
Grandissimo talento offensivo, l’MVP del 2014 è dotato di un tiro e di una proprietà di palleggio fuori dal comune; anche nella propria metà campo la qualità abbonda, ma qualche perplessità giunge dalla sua fragilità fisica: sole 27 partite giocate nell’ultima stagione sono davvero poche.
Westbrook, invece, ha modellato il proprio gioco intorno alla sua velocità ed esplosività, che gli permettono di avvicinarsi velocemente al ferro, oltre ad una visione di gioco ed un’abilità a rimbalzo notevoli, tutte qualità che gli hanno permesso di chiudere l’ultima stagione con medie stellari: 28,1 punti, 7,3 rimbalzi, 8,6 assist e 2,1 palle rubate. Il playmaker di Long Beach, però, spesso esagera nei momenti critici, con serie di tiri forzati che più di una volta sono risultati deleteri per il risultato finale.
A COSA PUNTARE – Nonostante il mancato accesso ai playoff nella passata stagione e l’alto numero di contender della conference occidentale, l’obiettivo è certamente il titolo. La squadra è solida e coperta in tutti i ruoli e, oltre a Durant e Westbrook, può annoverare giocatori del calibro di Ibaka, Kanter e Waiters, oltre ad ottimi comprimari e giovani da scoprire come Augustin, McGary, Adams e Payne. Se quest’anno la fortuna fosse più clemente, potrebbe essere l’anno buono per tornare a giocarsi la finale NBA, e, perché no, anche per vincerla.
PRONOSTICO – Nonostante la concorrenza di Spurs (Campioni NBA 2014), Warriors (Campioni NBA 2015) e dei rinnovati Clippers, i Thunder non dovrebbero scendere oltre la quarta posizione ad Ovest in regular season; ai playoff invece, considerata esperienza e talento, la finale ad Ovest è sicuramente alla portata.
Lorenzo Sonnino