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21) Charlotte Hornets
di Alessandro Pagano
Sorpresa? Mina vagante? Ottava in una complicatissima Eastern Conference? Potrebbe essere solo questa l’unica maledizione: la loro collocazione geografica. MJ e il GM Rich Cho hanno fatto tutto il possibile per rendere competitiva una squadra già ben costruita (ma poco profonda): gli innesti importanti di Batum, Lin e Lamb, il rinnovo di Big Al sono scelte importanti che sottolineano serietà e potenzialità di un progetto ambizioso. La posizione #21 non è dettata, dunque, da una insufficienza di roster, di una mancata capacità di certi giocatori ma semplicemente dalla difficoltà di una conference dove l’asticella è posta veramente in alto.

22) New York Knicks
di Alessandro Pagano
La squadra più attesa se consideriamo i piani medio-bassi della Lega, anche più dei Lakers. Il progetto di Phil Jackson, al quale va dato solo tempo, sta prendendo forma. Il nome importante che tanto era atteso dai tifosi non è arrivato ma a fare da contraltare all’assenza di un secondo eccellente violino c’è una campagna acquisti fatta di Afflalo, Williams, O’Quinn, R.Lopez, Vujacic e una scommessa come Porziņģis, giocatore sul quale si punta moltissimo. Vederli ai PO non sarebbe una sorpresa ma non vederli non corrisponde ad una tragedia sportiva. Il piano Jackson è a medio-lungo termine: l’estate 2015-16 sarà il momento della verità.

23) Utah Jazz
di Salvatore Malfitano
Cresce, cresce, ma non esplode ancora. Età media del quintetto bassissima, con talenti puri (Hayward, Gobert, Favors) ma ancora troppo acerbi, forse. E di certo per vederli giocare anche dopo metà aprile la conference orientale non offre molte possibilità, ma giocare senza avere da perdere può essere un fattore. La squadra è in continua crescita, e nulla vieta che l’esplosione tanto attesa possa arrivare quest’anno, così da rendere Salt Lake City una città appetibile per qualche pezzo grosso e riportare i Jazz verso i fasti di vent’anni fa.

24) Phoenix Suns
di Claudio Pellecchia
Unglorious Bastards per eccellenza, i Suns quest’estate hanno esagerato persino per i loro canoni. Via Green, via un fratello Morris, Dragic a crogiolarsi al sole di South Beach già da un po’ e tutto nelle mani di Eric Bledsoe. Francamente troppo, soprattutto se, almeno all’apparenza, si sta navigando a vista. Non siamo ancora al tanking scientifico per pescare scelte buone al prossimo Draft, ma la storia insegna che deragliare è un attimo. E stabilità, in questo momento, non sembra certo la parola più usata in Arizona. Si prevede una stagione da (pochi) alti e (molti) bassi. PO? Utopia.

25) Denver Nuggets
di Gennaro Arpaia
Se dovessimo pensare ad un motivo per cui guardare i Nuggets nella prossima stagione, la mente ricorrerebbe certamente a Danilo Gallinari. Le gesta dell’italiano saranno sicuramente sotto i riflettori, ma a Denver resta più o meno solo questo. Non è di certo un roster competitivo in orbita Playoff soprattutto perché ad Ovest, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Quanto di buono potrà uscire dall’italiano, da Faried e gente come Foye o Jameer Nelson non è dato saperlo, possiamo credere però che il progetto delle Pepite del Colorado sia ancora ai primi passi.

(foto da: www.businessinsider.com)
(foto da: www.businessinsider.com)

26) Portland Trailblazers
di Claudio Pellecchia
La partenza di LMA verso i più caldi (e vincenti) lidi texani incide. Parecchio. E una stagione di transizione, magari nell’attesa di ricostruire intorno a Lillard e McCollum, sembra essere il prezzo da pagare per non aver sfruttato al meglio le occasioni delle ultime due stagioni. Eppure dalle ceneri rinascere più forti è possibile: soprattutto se McCollum continuerà nel suo percorso di crescita esponenziale e Connaughton si dimostrerà qualcosa di più di una bella realtà da preseason. Al resto, ovviamente, ci dovrà pensare il numero 0. Anche se i PO al momento sembrano un traguardo fuori portata. Perfino quando puoi contare su uno come Lillard.

27) Orlando Magic
di Vincenzo Florio
Orlando prova a dire di nuovo la sua dopo una stagione vissuta tra i tanti bassi e i pochi alti. I Magic hanno scelto una linea fortemente verde per rilanciarsi nelle prossime stagioni e già da quest’anno, se i cestisti di punta dimostreranno la giusta maturazione, l’obiettivo potrebbe rivelarsi la post-season. L’arrivo di Hezonja va ad affiancarsi ad Oladipo, Payton e Gordon, per una media d’età bassissima e le prospettive che diventano sempre più interessanti. La Eastern Conference non sembra essere quel torneo così competitivo da negare il sogno dei playoff e i Bucks dello scorso anno sono un ottimo esempio da seguire.

28) Detroit Pistons
di Vincenzo Florio
A Detroit l’impressione è che si viva l’ennesimo anno di transizione dopo aver praticamente sfiorato il miracolo nella scorsa stagione. Il roster si regge su una possibile punta di diamante come Drummond e tanti comprimari, in attesa del ritorno di Jennings. Proprio il suo rientro sarà il punto focale della stagione, se arriverà troppo tardi diventeranno pochissime le ambizioni di franchigia. Il solo Drummond può fare poco senza il suo playmaker, che realisticamente non vedrà altre partite nel 2015, nonostante il forte ottimismo dei Pistons.

29) Brooklyn Nets
di Salvatore Malfitano
Un limbo, tremendo, per i tifosi dei Nets. Via Deron Williams, nessuno ha avuto il coraggio di farsi onere del maxi-contratto di Joe Johnson, che è rimasto a Brooklyn; finché i milioni di JJ non scompariranno dal libro paga, la ricostruzione non comincerà. Così, sarà un anno di transizione, con la dirigenza che almeno si è premurata di trattenere i lunghi titolari e di aggiungere Bargnani in uscita dalla panchina. Ma è troppo poco per puntare a qualcosa, per quanto l’Est possa essere più accessibile; i playoff, che nella scorsa stagione sono arrivati sul filo di lana, stavolta sembrano un serio miraggio.

30) Philadelphia 76ers
di Gennaro Arpaia
Quanti errori siano stati commessi dalle parti del Delaware negli ultimi anni ormai non lo contiamo più. Una squadra con tante frecce all’arco giovani degli ultimi anni è riuscita a rovinare tutto, o quasi tutto, presentandosi ai nastri di partenza della nuova stagione con il roster meno convincente di tutte, almeno sulla carta. L’unico acuto è sparato da Nerlens Noel, il punto interrogativo più grande è invece quel Joel Embiid che in NBA non si è ancora visto e che forse non vedremo completamente neanche quest’anno. Se l’ex Kansas fosse arruolabile, magari la stagione dei 76ers potrebbe non essere così negativa come ci si prospetta oggi.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone