NBA Playoffs, i grandi esclusi ad Est: l'obiettivo sono le Finals, ma si può sognare l'anello
Si è finalmente chiusa la regular season ad est, da ricordare come una delle più combattuta, che ha visto la Conference superare dopo anni i rivali dell’ovest per vittorie e sconfitte, alzando nettamente l’asticella della qualificazione alla post season, in passato raggiungibile anche in caso di record leggermente in negativo. Tante sorprese tra le franchigie che tenteranno la corsa all’anello, il che ha ovviamente comportato esclusioni eccellenti, su tutti i Chicago Bulls, accompagnati nella sventura dai Wizards e dai Bucks, che tanto avevano fatto bene lo scorso anno. Come per la Western Conference, anche qui la domanda sorge spontanea: se i delusi dalla regular season formassero un unico roster, dove potrebbero arrivare? I talenti non mancano, anche se l’appeal della squadra potrebbe risultare, almeno sulla carta, inferiori ai cugini dell’ovest. Certo almeno le finali di Conference sembrano essere tranquillamente alla portata di questa ipotetica squadra, anche se il confronto con i primissimi della classe ad est (Toronto e Cleveland) e soprattutto con i campioni in carica, potrebbe stroncare sul nascere le speranze di rincorsa all’anello.
QUINTETTO – Wall, Butler, Anthony, Porzingis, P. Gasol.
Mix perfetto tra talenti assoluti in prospettiva e fenomeni di grande esperienza nei cinque cestisti chiamati ad iniziare le gare della squadra. Difensivamente il quintetto può reggere di fronte ai migliori giocatori della lega, trovando in Butler e nel giovanissimo Porzingis le qualità per affrontare gli attacchi avversari e compensare il gioco di chi, come Anthony, più volte ha dimostrato di non prediligere l’impegno costante nella propria metà del campo. Proprio Anthony rappresenta il principale finalizzatore offensivo del roster, consci di star parlando di una vera e propria macchina da punti e di un giocatore capace di impensierire chiunque nell’uno contro uno, coadiuvato dall’impeto di John Wall e alla classe dell’immortale Pau Gasol. Unico problema potrebbe rivelarsi il gioco sotto canestro dei nostri lunghi, laddove sia Porzingis che lo stesso Gasol si troverebbero in difficoltà nello scontro con un centro di ruolo, pagando la differenza di fisico che due AG inevitabilmente mostrano (nonostante lo spagnolo venga da una stagione disputata prevalentemente da centro in quel di Chicago). Nulla di imprescindibile in ogni caso, il basket moderno dimostra come un’ottima organizzazione possa compensare anche la mancanza di fisicità.
PANCHINA – Rose, Oladipo, Beal, Parker, Antetokounmpo, Vucevic, Okafor.
Profondità di roster immensa quella della squadra dell’est, che vede presenti tanti nomi da tenere d’occhio nel prossimo futuro. Oltre ad un Rose chiamato ad arrestare il declino delle ultime stagioni, dalla panchina l’uomo con maggiore esperienza alle spalle è Nikola Vucevic, con i suoi appena 25 anni. Tra i lunghi il serbo trova la compagnia di Jahlil Okafor, testa calda nella landa desolata di Philadelphia ma con le potenzialità per diventare dominante in futuro, mentre direttamente dal Wisconsin arrivano Jabari Parker e Giannis Antetokounmpo, che nonostante abbiano fallito nel riportare i Bucks ai playoff hanno confermato quanto di eccellente si era detto su questi due ragazzi, forti dei loro 42 anni combinati. A chiudere il roster altre due guardie di altissimo livello, Victor Oladipo e Bradley Beal, pronti a contribuire alla causa con i tanti punti nelle mani (17.4 di media per il wizard, 16 per il cestista dei Magic) e capaci di offrire un’alternativa offensiva di qualità alla backcourt del quintetto.