Heat avanti 2-1 con i Celtics. Adebayo: "La brutta figura in Gara2 ha risvegliato qualcosa in noi"
Con una grande prestazione in primis di Bam Adebayo (31+10 reb+6 ast e 4 stl) e sopravvivendo all’infortunio al ginocchio destro di Jimmy Butler (infiammazione), out per tutto il secondo tempo, i Miami Heat hanno espugnato il TD Garden di Boston (109-103) e conducono nuovamente (2-1) le Eastern Conference Finals 2022. Lo stesso Adebayo, a fine partita, fa risalire al brutto ko interno in Gara2le radici di questa grande prova dei floridiani.
“Beh, in Gara2 ci hanno maltrattato come se avessimo rubato qualcosa. Questa sconfitta ha risvegliato qualcosa in noi, ha acceso un fuoco“, spiega il classe 1997. Sulla stessa linea d’onda Max Strus: “Abbiamo covato questa prestazione dallo scorsa partita. Siamo stati imbarazzanti in casa nostra, avevamo l’amaro in bocca. Così volevamo iniziare questa sfida col piede giusto e dimostrare il nostro valore“.
Si allinea anche Al Horford, benché dall’altra parte della barricata: “Hanno cominciato la partita come un animale ferito. Sono usciti fuori combattendo ferocemente. Per qualche motivo, noi non abbiamo avuto il loro stesso senso d’urgenza“.
Importanti le parole di Kyle Lowry, tornato in campo per la prima volta da Gara4 delle Eastern Conference Semifinals con i Philadelphia 76ers: “In questa squadra abbiamo ragazzi che sono grandi lavoratori. Udonis (Haslem ndr) dice sempre che tutti noi prendiamo qualsiasi cosa dal lato più duro. Abbiamo un sacco di giocatori non draftati, oppure scelti in basso o al secondo giro. Tutti noi abbiamo trovato il modo di affrontare tutto ciò, di svolgere il nostro lavoro al massimo, di essere qui e di restarci. Questo è il nostro obiettivo“. Su un possibile 2-2 di Boston in Gara4, Lowry aggiunge: “Alla fine della giornata, non importa cosa accadrà se metti il cuore in campo e giochi duro. Devi essere felice e convivere con il risultato. Questo è ciò che facciamo“.
La parola passa poi a coach Erik Spoelstra, che si sofferma in primis sulle condizioni di Jimmy Butler: “Credo sia stato bravo a gestire la situazione e penso che i prossimi due giorni si riveleranno decisivi. All’intervallo gli uomini dello staff medico hanno emesso il verdetto, ma non è facile con alcuni dei nostri ragazzi, spesso dobbiamo praticamente trattenerli. Amiamo questo lato della loro personalità, ma non dobbiamo nemmeno essere irresponsabili“.
“Adebayo? Ha svolto sostanzialmente quello che fa Jimmy, il necessario per la nostra partita” – continua – “Stasera avevamo bisogno di scoring e di rifilare un pugno dal punto di vista offensivo nelle prime fasi. Quando poi Jimmy non è tornato in campo nel secondo tempo, Bam ci ha semplicemente stabilizzato. La partita si è fatta complicata, ma siamo stati in grado di consegnargli il pallone ed ottenere qualcosa di coerente“.
Torniamo dal lato Celtics, con le parole di coach Ime Udoka: “Non abbiamo mai pensato che, improvvisamente, la serie fosse diventata facile e che loro si sarebbero lasciati sconfiggere. Ci siamo ripresi tra Gara1 e Gara2 e sapevamo che loro avrebbero fatto lo stesso. Avremmo dovuto eguagliarli; invece, per chissà quale motivo, siamo rimasti piatti“.
Molto deluso con se stesso Jayson Tatum (10+6 reb con 3/14 al tiro, 1/7 da tre e 6 palloni persi): “Sei turnover e nessuno tiro realizzato nel secondo tempo è semplicemente inaccettabile. Ho il dovere di giocare meglio. Mi sento come se avessi lasciato i miei compagni in sospeso stasera, da soli“. Sulla botta al collo: “Ho subito un colpo con il collo in posizione innaturale. Ho avvertito dolore sia lì che ad un braccio. Poi sono uscito fuori, ho controllato la situazione e ho riacquistato un po’ di sensibilità; quindi, assieme ai ragazzi dello staff medico, ho eseguito alcuni test e ho deciso di provare, tornando in campo“.
Più articolato Jaylen Brown. Innanzitutto, anche da parte sua c’è una forte autocritica: “Dobbiamo essere più forti, punto. Io ho gestito dei palloni davvero da schifo, devo essere più concentrato. Io continuerò ad attaccare il ferro con aggressività, a fare quello che so fare meglio e che non mi è riuscito in questa partita“. Poi punta il dito sul metro adottato dagli arbitri, secondo lui troppo permissivo: “Hanno lasciato passare un sacco di cose; quando attaccavo il ferro mi sentivo praticamente sempre le mani addosso. L’impressione è che non fischino mai questi contatti. Ma non voglio trovare alibi, ho gestito male il pallone e dovrò lavorarci“.