Hard Cap sui salari NBA nel prossimo contratto collettivo? La Lega ci pensa, ma le resistenze sono diffuse
Rischia di infiammarsi la discussione nel mondo NBA attorno al prossimo contratto collettivo con la NBPA, l’associazione giocatori. Sull’onda di quanto sta succedendo in casa Golden State Warriors (tra l’altro freschi di valutazione sui 7 miliardi di dollari (!)), con le franchigie più ricche ed appartenenti ai cosiddetti ‘big market’ disposte tranquillamente a pagare centinaia di milioni di dollari in luxury tax e penalità assortite, rumors diffusi dall’immancabile Adrian Wojnarowski parlano di una NBA pronta ad intervenire duramente sulla questione.
Nello specifico, secondo il volto di ESPN, la Lega e il Commissioner Adam Silver starebbero pensando ad un hard cap (tetto limite) sui salari che le squadre non potrebbero in alcun modo superare; questo per ovviare ad un sistema giudicato ormai inadeguato nel garantire parità competitiva tra le trenta franchigie, andando troppo a vantaggio dei più forti economicamente parlando. Secondo fonti della NBA, di un intervento in tal senso andrebbe a beneficiare tutto il sistema, rendendo il campionato più competitivo ed aumentando gli introiti.
Ma le resistenze sono molte e non riguardano solo la stessa NBPA. Secondo ESPN, anche tra le franchigie rappresentanti gli ‘small market’ ci sono varie perplessità, considerando un hard cap potenzialmente dannoso nei confronti dei progetti a lungo termine, potendo spingere una franchigia con un roster molto competitivo a doverlo smantellare pur con la volontà della franchigia stessa di voler entrare in luxury (con il sistema attuale ovviamente). Qualcuno già minaccia un possibile lock-out (serrata) se la NBA, dovesse andare avanti con questa proposta, ma nel contempo ESPN sottolinea come le fasi iniziali delle trattative di rinnovo (l’attuale contratto settennale scade al termine della stagione 2023/24) sono il luogo ideale per le parti dove avanzare ogni proposta ritenuta valida.
Nella situazione attuale, dice ancora Wojnarowski, 20 franchigie su 30 sono al di sotto della soglia d’ingresso della luxury tax (150.3 milioni di dollari), mentre le restanti 10 dovrebbero pagare nel 2022/23 un ammontare da record pari a 697 milioni di dollari, con le sole Golden State Warriors (al top con 176.5 milioni), Los Angeles Clippers e Brooklyn Nets a contribuire per il 61% del totale.