NBA Finals, scontro tra titani: Curry vs LeBron per la finale più attesa e più imprevedibile degli ultimi anni
E ora? Nelle ultime 48 ore è stata questa la domanda più frequente. Perché nessuno, neanche il più saggio, il più sadico, il più saccente saprebbe immaginare quello che verrà. Strano, perché le Finals che cominceranno domani notte (ore 3.00 italiane) erano le più attese e possibili, le più aspettate e scontate, per certi versi persino le più scontate: Curry contro LeBron, come un anno fa per un altro anno ancora. La stagione regolare non aveva dato altri responsi: troppo facile per i Cavaliers ad Est la passeggiata salutare fino al primo posto in graduatoria. Da record anche la camminata di Golden State, che ha riscritto la storia con il suo 73-9 che ha cancellato i Bulls del signor Jordan. Chi aspettarsi, dunque, alle Finali per l’anello, se non loro, l’uomo che tutto trasforma in oro e quello che riscrive ogni volta le leggi di fisica applicate alla pallacanestro?
Ma se le Finals che ci accingiamo a vedere fossero soltanto un discorso tra quei due lì, allora veramente dei Playoffs visti fin qui non avremmo capito nulla.
Cleveland ha un record aperto di 12-2, fattispecie particolare se si pensa che, per vedersi contestata una serie, hanno dovuto aspettare le finali di Conference e i Toronto Raptors, arrivati fin lì con due serie conclusesi solo in Gara 7. Quando Lowry e DeRozan, però, hanno fatto il loro lavoro riuscendo a riequilibrare una serie all’AirCanadaCenter, si sono viste le vere qualità della squadra di Lue: determinazione ed attenzione per l’obiettivo da centrare, non solo con le percentuali monstre di LeBron – che sicuramente sarà primo violino durante le Finals -, ma anche con l’apporto fondamentale di Irving, Smith, Love. Proprio l’ex Twolves sarà, a ragione, l’ago della bilancia principale per le Finals: se il californiano gira, fa girare il resto dei violini, se invece si incaponisce come spesso capita, allora Lue dovrà inventarsi un diverso piano partita. Inutile dire che il supporting cast dell’Ohio sarà fondamentale: Dellavedova, Shumpert, soprattutto Thompson, dovranno tutti rispondere presente all’inclemente appello.
Cammino più tortuoso per i Warriors. Le Finals, solo qualche giorno fa, parevano una chimera. Sotto 3-1 contro i Thunder, la squadra di Kerr è riuscita a battere l’ennesimo record di questa stagione: essere la decima squadra nella storia della Lega a ribaltare un 3-1 vincendo poi la serie. Le ultime due gare con OKC hanno restituito al pubblico la vera Golden State, capace di rigirare la frittata anche più ardua nei momenti più difficili. Con Curry assente per due settimane, durante questi Playoffs la responsabilità è andata alternativamente a Thompson, Green, Iguodala in egual modo e Kerr ha avuto la possibilità di vedere i suoi ragazzi alle prese con difficoltà che non erano mai state incontrate durante l’anno. Difficoltà ed ostacoli che, con ogni probabilità, portano i Warriors più stanchi, ma anche con più certezze in questa serie contro LeBron e i suoi.
Il Re con il numero 23 sulle spalle aspetta questa rivincita da un intero anno, consapevole che, se non vincesse neanche stavolta, l’Ohio intero comincerebbe a guardarlo con occhio sospetto. Dall’altra parte, il talento che veste la numero 30, ha trovato probabilmente di nuovo la continuità persa contro i Rockets ed è ben consapevole che “73-9 don’t mean a thing without a ring”.
Nell’incertezza e neutralità di una serie che seguiremo secondo dopo secondo, non sappiamo cosa aspettarci; già dodici volte due squadre si sono ritrovate ad affrontarsi back-to-back alle Finals ed il risultato ad oggi è di 6 vittorie contro 6.
Una parità totale, che solo i talenti indiscussi dei protagonisti potranno toccare. Sperando, da egoisti quali siamo per le nostre coronarie, che si possa finire solo all’ultimo episodio, solo all’ultimo tiro. In modo tale che vincitori e vinti possano salutarsi a testa alta, senza rimorsi e rimpianti, ma con la certezza di averci regalato l’ennesimo anno da incorniciare.