NBA Draft Preview - D'Angelo Russell, il freshman da Ohio State
Una delle prime chiamate di questo draft sarà, con ogni probabilità, il freshman da Ohio State D’Angelo Russell. Il ruolo è quello di point guard oppure di shooting guard, quindi per dirla nella nostra lingua è un piccolo (1.93 m) capace di giocare in attacco sia con palla in mano che in movimento in uscita dai blocchi.
Russell è nato il 19 febbraio 1996 a Louisville nel Kentucky, e quest’anno nel suo primo anno di college a Ohio State ha portato la squadra, classificatasi con la numero 10 nella West Regional al secondo turno, dopo aver eliminato, con la testa di serie numero 7 Virginia, fino al secondo turno dove sono stati rispediti a casa da Arizona.
Dopo i tanti lunghi che caratterizzano questo draft, vedi Towns, Okafor e Porzingis, Russell dovrebbe essere il primo piccolo scelto e il numero della sua scelta non dovrebbe scendere oltre il 4. Alcuni lo vorrebbero ai Lakers, altri ai Knicks, ma forse la destinazione più probabile per lui sarebbero quei Philadelphia 76ers, che a Febbraio hanno ceduto Micheal Carter-Williams ai Milwaukee Bucks, forse proprio perché sapevano che avrebbero avuto tra le mani una point guard, ritenuta dal loro front office, migliore con cui lavorare e finalmente crescere. Ricordiamo che Philadelphia ha la scelta numero 3 e dunque dovrebbero passare la mano prima della franchigia della Pennsylvania sia i Minnesota Timberwolves che proprio i Los Angeles Lakers, che potrebbero però chiamare proprio Towns e Okafor, non necessariamente in quest’ordine.
Come piccolo Russell ha molte qualità e possiede molte caratteristiche che lo rendono un giocatore poliedrico e proprio per questo così interessante, la sua mano sinistra e il suo tipo di fisico, abbastanza possente, per quanto solo un 19enne lo fanno paragonare per certi versi a James Harden, per altri a un altro Russell, si ma di nome, precisamente Russell Westbrook, soprattutto per l’intensità con cui gioca e con cui quest’anno ha condiviso anche il numero di maglia, appunto lo 0.
Nella stagione NCAA, che però contiene un numero di partite ben inferiore rispetto alle 82 di sola stagione regolare NBA, per la precisione i Buckeyes ne hanno giocate 35 in stagione, ha fatto intravedere doti difensive che lo rendono, in quella metà campo potenzialmente migliore dei giocatori citati in precedenza, specialmente nella difesa sulla palla, sia in contenimento che per capacità di rubare palla (55 in totale, 1.6 di media a partita), e considerata la buona stazza fisica ha anche possibilità di strappare rimbalzi, quasi 6 di media a serata in una stagione che l’ha visto in campo per 1188 minuti, e quindi quasi 34 minuti di media a partita.
Russell è certamente un realizzatore, con 19.3 punti di media a serata, ma quello che sorprende principalmente è la varietà con cui riesce a trovare punti, da 3 punti ha un 41.1% più che rispettabile, anche se da distanza NCAA, e sa tirare sia dal palleggio, in transizione o da situazione di Pick and Roll, o anche in situazione di Screen Off, ovvero in uscita dai blocchi o su scarichi dei compagni, anche se a volte il suo tiro in catch and shoot nn è in perfetto equilibrio. Un’altra arma del suo gioco d’attacco è quella di saper passare la palla, in transizione soprattutto, spesso trova il passaggio decisivo per il canestro facile, ma anche in uscita dai blocchi, o dal pick and roll con la giusta lettura della difesa avversaria; la ciliegina sulla torta è la capacità di passare in no look, vale a dire senza guardare il bersaglio che riceverà il pallone. Di media D’Angelo Russell ha 5.0 assist a partita.
Chiaramente, nonostante questo fosse soltanto il suo anno da freshman, le responsabilità offensiva della sua squadra erano soprattutto sulle sue spalle e questo può certamente aver gonfiato le sue cifre, così come lo ha portato anche a perdere quasi 3 palloni di media a partita, per un giocatore che non ha un ball handling pazzesco, ma ha comunque movimenti, specie in “crossover” e “esitation” per poter giocare alcuni isolamenti.