NBA DRAFT 2017 - Philadelphia rinasce nel segno di Markelle (?)
Come può una guardia reduce da una delle stagioni peggiori nella storia della sua Università, pensare di arrivare in NBA dalla porta principale e magari anche prendersi la scena?
Può. Può se si chiama Markelle Fultz, l’uomo che rischia seriamente di essere chiamato prima di tutti al Draft NBA di quest’anno. Un anno passato a formarsi, a guardare gli altri vincere. Poi la rivincita: il primo cappellino della notte di Brooklyn potrebbe essere proprio il suo, perché tutti, nonostante i risultati, sono passati da Washington State quest’anno.
IL COLLEGE A WASHINGTON – 9-22 il record e undicesimo posto nella Pac-12, davanti alla sola Oregon State. Non il migliore biglietto da visita per chi si candida ad essere prima scelta al Draft. Eppure gli scout d’America hanno un debole per Markelle. La stagione degli Huskies è quasi passata in secondo piano, perché a Seattle tutti ci andavano per vedere lui. Nessun trionfo, ma la possibilità di crescere agli ordini di coach Lorenzo Romar, una delle personalità più in vista e controcorrente dell’intero movimento collegiale. Mamma Ebony non ha avuto dubbi al momento della scelta: è Washington il posto giusto, dall’altra parte del Paese. L’esperienza gli ha permesso di confrontarsi con i migliori prospetti, crescere tecnicamente e umanamente: Seattle non sarà New York o Los Angeles, ma è una città capace in ogni caso di mutare le personalità di chi la vive e l’affronta. Anche se con la voglia di spaccare in NBA.
REALIZZATORE INSTANCABILE – All’arco di Markelle, tante frecce utili. La prima, la grande capacità di realizzazione. Il ragazzo segna in ogni modo: attacca il ferro come fosse in sella ad una moto, usa il piede perno in maniera pregevole, possiede già un ottimo jumper che sa far male dalla lunga-media distanza. Non è un playmaker di quelli puri, ma ha una già discreta visione di gioco e sa far bene il suo mestiere. Il fisico, poi, può fare la differenza: classe 1998, Fultz si fa notare coi suoi 193 centimetri per 88 kg di peso.
Al contrario, l’aspetto difensivo può spaventare: con coach Romar difendere è stato un optional, ma ai piani alti non ce lo si può permettere. Ecco perché Boston ha accettato la richiesta dei Philadelphia 76ers.
Altro punto a suo sfavore sembrerebbe l’adattabilità ad alti livelli: Fultz non ha praticamente mai giocato per vincere e ha bisogno di entrare subito in modalità NBA per non guardare gli altri andare avanti.
DOVE FINIRÁ – La prima scelta dei Boston Celtics è finita ai 76ers e quindi Fultz, a meno di stravolgimenti dell’ultima ora, ha già addosso la maglia di Fila. Ha conosciuto coach Brown, Simmons, persino Embiid e per i Sixers sembra essere prospetto ideale. Se con Isaiah Thomas sarebbe stato difficile immaginarlo, nella città dell’amore fraterno Markelle, che qualcuno ha già paragonato a metà tra John Wall e James Harden, avrà invece spazio e tempo per crescere. Il roster ora a disposizione trabocca di talento. Anche grazie a Markelle.