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NBA DRAFT 2017 - Josh Jackson, versatilità e modernità per i Boston Celtics?

Il motivo per il quale i Boston Celtics abbiano optato per la trade down, consegnando ai Sixers la pick numero 1 (e, quindi, Fultz) è tutto nelle caratteristiche tecniche di Josh Jackson: mentre con la PG da Washington State si sarebbero trovati un ulteriore asset in un backcourt particolarmente affollato, con il prodotto di Kansas si ritroverebbero tra le mani un elemento versatile e dal grande potenziale, in grado di giocare da 4 o 5 in quintetti piccoli, in un trend ribadito anche nelle ultime Finals in cui i LeBron James e i Kevin Durant hanno occupato per diversi minuti il ruolo di pivot atipico per aprire il campo a aumentare il numero di conclusioni dall’arco ad alta percentuale. Un giocatore moderno per una squadra moderna nella Nba moderna.

La stagione NCAA – Il 31-5 con cui i Jayhawks hanno chiuso la stagione regolare (vedendo sfumare il sogno Final Four contro Oregon State) è in larga parte merito di quello che è stato poi nominato freshman dell’anno per la relativa conference, chiudendo a 16.3 punti (55% dal campo, 38% da tre), 7.4 rimbalzi, 3 assist, 1.7 recuperi e 1.1 stoppate di media a partita. Il tutto grazie ad un sistema in grado di esaltarne le doti da 4 atleticamente esplosivo, molto fisico a rimbalzo e difensivamente valido contro l’avversario in post. L’ideale per finire sul taccuino degli scout Nba.

Punti di forza – Josh Jackson è un’ala versatile, un giocatore a tutto tondo, che riesce a farsi apprezzare su entrambi i lati del campo: in difesa è in grado di tenere fisicamente contro chiunque, andando molto bene a rimbalzo, accettando i ripetuti cambi sui blocchi e potendo rintuzzare anche contro lunghi nominalmente tali in post; in attacco, oltre a saper giocare molto bene senza palla (i tagli al ferro per chiudere gli alley oop sembrano quasi una formalità), grazie al suo competentissimo ball handling e a ottimi fondamentali nel passaggio e nella costruzione è utilizzabile anche come playmaker aggiunto. L’istinto e un IQ cestistico molto al di sopra della media, inoltre, gli consentono di essere un recuperatore di pallone particolarmente efficace, soprattutto se messo in pressione a tutto campo contro la PG avversaria.

Punti deboli – Le ottime percentuali dal campo dell’ultima stagione NCAA non devono ingannare: la meccanica di tiro (soprattutto quello in sospensione) di Jackson lo rende facilmente contestabile, con la parabole che finisce completamente fuori asse quando il nostro non è in grado di mettersi completamente a posto con i piedi. Una problematica che si riflette anche su una percentuale ai liberi (mai oltre il 57% nel corso dell’ultima annata) che rappresenta il vero minus nel suo scouting report e che potrebbe limitarlo nel corso della sua carriera Nba come giocatore che, come prima (e unica) opzione offensiva, avrebbe l’attacco al ferro per vie centrali. Costruirsi un tiro affidabile è il primo passo per guadagnarsi stabilmente il posto che gli spetta tra i “grandi”.

Dove giocherà – Josh Jackson dovrebbe un giocatore dei Boston Celtics. Ainge ha visto il potenziale giusto nel ragazzo e, al momento, non sembra intenzionato a cambiare idea.

Chi ci ricorda – Il paragone immediato (anche in virtù del comune passato in maglia Jayhawk) è quello con Andrew Wiggins, sebbene quest’ultimo portasse già in dote una serie di skills offensive di tutto rispetto da affinare e non da (ri)costruire quasi da zero. Il figlio di san Diego, però, non ha di che preoccuparsi eccessivamente: nel recente passato, tra i 4 atipici che hanno dovute reinventarsi offensivamente regolando il feng shui del proprio tiro, c’è anche un certo Kawhi Leonard. Perché non c’è niente che non si possa fare con volontà e spirito di sacrificio.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone