La NBA posticipa il via libera agli allenamenti: "Ancora troppa incertezza"
Retromarcia della NBA sulla questione allenamenti. Mentre quattro giorni fa la Lega aveva annunciato il via libera agli allenamenti, individuali o in piccoli gruppi, nelle palestre degli Stati che dal 1° maggio allenteranno le misure di contenimento del COVID-19, nella notte è arrivata la decisione di posticipare il tutto almeno all’8 maggio.
“Aspetteremo ed osserveremo cosa accade nello stato nel giro di due settimane” – ha sottolineato ad ESPN il General Manager degli Hawks, Travis Schlenk, riguardo allo Stato della Georgia, uno di quelli che da venerdì allenterà il lockdown – “Se ci sarà una risposta positiva, apriremo lentamente. Altrimenti, in caso di riscontri negativi, faremo in modo che il nostro staff e i nostri giocatori rimangano al sicuro“.
La situazione è ancora estremamente incerta, con gli States che hanno superato il milione di contagiati e la soglia delle 58.000 vittime. Come emerso da una conference call tra i GM delle varie franchigie ed esponenti della Lega avvenuta tra sabato e domenica, i primi temono un possibile ‘esodo’ dei giocatori verso quegli Stati le cui riaperture siano dettate più dalla volontà politica più che dalle indicazioni degli esperti in ambito sanitario.
Molti GM sono in apprensione al pensiero (concreto) che molti giocatori possano andare ad allenarsi in palestre pubbliche, aumentando considerevolmente i rischi. E ciò nonostante il divieto della NBA attualmente in vigore, rivolto ai giocatori stessi, di utilizzare proprio le strutture pubbliche, oltre a quelle delle squadre, in questo periodo di sospensione (o almeno fino a nuovo ordine).
Nella giornata di lunedì, infine, ESPN ha ottenuto un memorandum di 16 pagine inviato dalla NBA alle franchigie, contenente i requisiti per permettere la riapertura delle strutture di allenamento. Nello specifico, massimo quattro giocatori in contemporanea e un solo membro dello staff a supervisionarne il lavoro, con una distanza di 12 piedi (3.65 metri) tra ogni persona. Inoltre, potrebbe esserci il divieto agli allenatori di presenziare, venendo quindi costretti a restare ancora a casa.