NBA, in dirittura d'arrivo l'associazione dei General Manager
I General Manager della NBA hanno deciso di costituire un’associazione collettiva, con l’obiettivo di tutelarsi di fronte a varie problematiche. Come riportano Adrian Wojnarowski e Ramona Shelburne di ESPN, questa associazione permetterà ai membri l’accesso a fondi comuni per la difesa in giudizio, con avvocati ed esperti nelle pubbliche relazioni al suo interno. Inoltre è stata formata una LLC ed è stata ovviamente informata la Lega, mentre come scopi e struttura come modello è stata presa la NBCA, ovvero l’associazione degli allenatori NBA.
Caso che ha dato la spinta definitiva alla creazione dell’associazione dei GM è stato quello di Neil Olshey, GM e President of Basketball Operation dei Portland Trail Blazers, contro cui il front-office della franchigia dell’Oregon, lo scorso 6 novembre, ha avviato un’indagine ‘equa ed indipendente’ tramite O’Melveny & Myers, in seguito ad una segnalazione giunta al dipartimento delle risorse umane dei Blazers, circa ‘preoccupazioni sull’ambiente di lavoro da parte di non giocatori”. Il tutto definito dai media con termini come ‘ambiente tossico’ oppure ‘luogo di lavoro ostile’. Dozzine di attuali ed ex dipendenti sono stati sentiti nell’ambito dell’indagine ma, come reso noto da fonti di ESPN, in oltre nove anni di gestione Olshey non è mai arrivata alcuna lamentela sui suoi metodi di lavoro e di gestione del personale presso l’ufficio della NBA, o anche presso l’ufficio delle risorse umane dei Blazers stessi.
Secondo molti GM, in realtà, dietro la mossa dei Blazers potrebbe esserci un progetto, possibilmente attuabile anche da altre franchigie, che permetterebbe con maggiore facilità licenziamenti per giusta causa dei dirigenti, in modo da non pagarne più gli stipendi. Con la contrazione del volume di introiti causato dalla pandemia e dal minor numero di presenze nei palazzetti, le franchigie potrebbero vedersi costrette a tagli e limitazioni di spesa e, questo è il timore maggiore dei GM, tutto ciò potrebbe ricadere su di loro, con licenziamenti dovuti anche a cause banali come brutte prestazioni della squadra oppure visioni e filosofie diverse con la proprietà o con il resto dell’organizzazione.