NBA 24 POWER RANKING - Giocatori 21°-30°
21) Kobe Bryant (Los Angeles Lakers), 22.3 PPG, 5.6 APG, 5.7 RPG.
di Claudio Pellecchia
L’ultima chiamata (?) della carriera. Quanto meno in maglia Lakers. E se età, acciacchi e relativi tempi di recupero non sono dalla sua, “come si fa a scommettere contro questo qua?” (cit.). Il canto del cigno non arriva nel momento storico migliore, suo e dei Lakers, con i PO che somigliano tanto a un miraggio e con una squadra che deve sbrigarsi a trovare una precisa identità, il tutto in una Western Conference quanto mai competitiva. E però, come direbbe il suo ex coach Tomjanovic “never underestimate the heart of a champion”. E allora Mamba.
22) Paul George (Indiana Pacers), 8.8 PPG, 1.0 APG, 3.7 RPG.
di Vincenzo Florio
Due anni fa sembrava pronto a dominare la lega con i suoi Pacers, portati due volte consecutive alle finali di Conference senza però raggiungere il sogno delle Finals. Poi l’infortunio ha dato una brusca frenata alla carriera di Paul George, che la scorsa stagione ha visto il parquet solo per qualche incontro, senza comunque raggiungere la post-season. Ora l’ala di Indiana deve necessariamente dimostrare di essere ancora un giocatore dominante, magari riportando sin da subito la franchigia, che gli ha affiancato un nome importante come Ellis, ai posti che gli competono, dopo un anno di transizione.
23) Kevin Love (Cleveland Cavaliers), 16.4 PPG, 9.7 RPG, 0.5 BLKPG.
di Alessandro Pagano
Fuori dalla Top20, anche se resta uno dei lunghi più pericolosi della Lega. La sua atipicità lo rende difficilmente prevedibile e con due passatori sublimi come LeBron e Irving può far male ad ogni difesa. Per l’attacco, insomma, ci siamo. Le note dolenti, quelle che non gli consentono al momento l’accostamento con i grandi pari ruolo di questa classifica, arrivano nella metà campo difensiva. Troppo lento per i 4 moderni, troppo basso per 5. Conferma la buona propensione al ribalzo fatta vedere già a Minneapolis (chiudendo i 6 anni con i T’Wolves a 12.2 di media) ma le letture difensive che richiede coach Blatt vanno molto al di là di una semplice rotazione.
24) Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks), 17.3 PPG, 5.9 RPG, 0.4 BLKPG.
di Salvatore Malfitano
L’età incombe, è fuori discussioni, ma la classe di Nowtizki esula da questo discorso. Carlisle lo potrà centellinare quanto vuole, ma la squadra si regge ancora sulle prodezze del tedesco. E’ normale che con la squadra assemblata in maniera improvvisata, le quotazioni di Nowitzki nel power ranking calino inevitabilmente. Dallas è fortemente a rischio playoff, e per WunderDirk lo spettro di una carriera chiusa nel declino della squadra prende sempre più forma. Inoltre, in una lega sempre più muscolare, il poco atletismo di Nowtizki è un altro motivo per limitarne l’uso.
25) Dwight Howard (Houston Rockets), 15.8 PPG, 10.5 RPG, 1.3 BLKPG.
di Vincenzo Florio
Tanti, troppi infortuni per il Superman versione Houston, che ne hanno segnato il rendimento nella sua esperienza texana. Howard soprattutto lo scorso anno ha lasciato diverse volte i suoi compagni senza un centro dominante, lasciando tutto nelle sapienti mani di Harden, che però così è forse arrivato scarico al momento clou della stagione. L’obiettivo è sì risparmiarsi per poi provare la scalata in post-season, ma anche aumentare l’apporto decisivo durante l’anno, soprattutto viste le rinnovate ambizioni dei Rockets. Nella serie con Dallas e a tratti contro i Clippers si è rivisto il vero Howard, ora c’è bisogno di lui al 100%.
26) Dwyane Wade (Miami Heat), 21.5 PPG, 4.8 APG, 3.5 RPG.
di Alessandro Pagano
Lo definiscono finito ogni anno e ogni anno mette a segno cifre impressionanti. L’età avanza, i minuti che ha da dare ai massimi livelli diminuiscono a casa di un fisico logoro dalle mille fatiche di una carriera vincente. Ma come si può fare a meno di Flash? La sua #26 è figlia di un passo meno agile rispetto alle guardie di prima classe ma, se sano, D-Wade è ancora un giocatore formidabile. Ha dichiarato dopo qualche mal di pancia estivo di voler restare a casa “till the end” e dovrà dimostrare ancora una volta di non essere finito. Darà tutto per portare questa squadra più avanti possibile, giocando un numero di partite simile a quello dello scorso anno (62).
27) Draymond Green (Golden State Warriors), 11.7 PPG, 3.7 APG, 8.2 RPG.
di Claudio Pellecchia
Se anche a Golden State vigesse la logica dei ‘Big Three’ lui sarebbe il terzo dopo gli ‘Splash Brothers’, ideale completamento di un’idea di collettivo con pochi eguali nella Nba moderna. Il percorso di crescita è continuo e costante e Dio solo sa dove possa arrivare l’ex Spartan. L’unico pericolo potrebbe essere costituito dal volersi porre sullo stesso piano degli altri due, prendendosi responsabilità che non gli competono, come è già successo in ambito contrattuale. Ma, al momento, avvisaglie in tal senso non ce ne sono.
28) Kyle Lowry (Toronto Raptors), 17.8 PPG, 6.8 APG, 4.7 RPG.
di Gennaro Arpaia
Un anno da assoluto protagonista, ecco come Kyle Lowry si è preso la scena di questa classifica piazzandosi davanti a giocatori importanti, come Parker, Rose e Teague. Ormai a Toronto è un punto di riferimento, in una squadra, i Raptors, che cercheranno anche il prossimo anno di aggiungere l’ennesimo tassello al progetto di crescita portato avanti negli ultimi anni. Se DeRozan è il simbolo della franchigia, Lowry è sicuramente uno dei talenti più puri che giocano oggi in Canada. All’alba dei trent’anni, l’ex Villanova Wildcats non ha molto da dimostrare, se non che tutte le idee che ci siamo fatti su di lui un anno fa sono solo la realtà.
29) Tony Parker (San Antonio Spurs), 14.4 PPG, 4.9 APG, 1.9 RPG.
di Gennaro Arpaia
Ha vissuto da protagonista l’estate europea davanti al proprio pubblico, anche non riuscendo a portare a casa la vittoria finale. Tony Parker è pur sempre Tony Parker, una certezza, una pietra miliare dei minuti decisivi della gara, l’arma sempre calda dei ‘nuovi’ Spurs che hanno aggregato al roster due carte pesanti come Aldridge e David West. Il francese sarà sempre protagonista indiscusso, partirà in sordina ma poi saprà rubare la scena. Il suo posto in Texas è intoccabile, la sua voglia di vincere ancora con la maglia nero argento è innegabile. Nel suo ruolo è uno dei migliori della Lega, tra i primi 50 ci sta che è una bellezza.
30) Al Horford (Atlanta Hawks), 15.2 PPG, 7.2 RPG, 1.3 BLKPG.
di Salvatore Malfitano
Si contende il ruolo di uomo-franchigia ad Atlanta con Teague, se ce n’è uno. Horford si propone come uno dei centri più interessanti dell’intera Lega, come testimoniano le ottime cifre messe a referto nel corso della passata stagione. La sua crescita continuerà e l’esperienza maturata gli sarà di enorme aiuto. Ma è ancora presto per sbilanciarsi e ci si aspetta che il passo della consacrazione avvenga proprio adesso; il che potrebbe facilmente fare la fortuna degli Hawks, chiamati quantomeno ad avvicinarsi alla splendida impresa dello scorso anno.