NBA 24 PLAYOFF PREVIEW - Golden State Warriors, è la pressione l'avversario più pericoloso
“Settantadue vittorie non significano niente senza anello”. Steve Kerr, all’epoca, quella frase la ascoltò dalla viva voce di Micheal Jordan. E siamo sicuri che sarà stata la prima cosa ad aver detto begli spogliatoi dell’Oracle Arena, dopo che la storia era stata (ri)scritta con la W numero 73 alla partita di regular season numero 82. In effetti, a pensarci bene, è la pressione il primo avversario dei Golden State Warriors sulla strada del repeat: se riusciranno a gestirla, allora ci sarà da preoccuparsi degli Spurs e di poco altro. Viceversa, anche una Houston al primo turno potrebbe risultare scomoda, pur con tutti i limiti, tendenti all’autolesionismo, dei texani.
ROSTER – Barbosa, Barnes, Bogut, Clark, Curry, Ezeli, Green, Iguodala, Livingston, Looney, McAdoo, Rush, Speights, Thompson, Varejao;
REGULAR SEASON – Striscia iniziale di 24-0 (la migliore di sempre), 39-2 in casa (secondi all time solo perché gli Spurs hanno fatto 40-1), 37-4 in trasferta, 46-6 contro gli avversari della Conference, titolo divisionale in carrozza (15-1), una piccola flessione nel finale, compensata dall’8-2 nelle ultime 10, 52-4 prima dell’All Star Game, 21-5 dopo. Un autentico rullo compressore. Inutile aggiungere altro;
LA SQUADRA – Primi per punti segnati (114.9), assist per partita (28.9) e differenziale di punteggio (10.8), con il 48.7% dal campo e il 41.6 % da tre. Potendo contare sull’attaccante più letale sulle terre emerse (Stephen Curry), uno dei miglior all around player in circolazione (Draymond Green), una SG dalla meccanica di tiro perfetta (Klay Thompson) e un supporting cast costruito in relazione a un sistema irreplicato e irreplicabile. Come con il Barcellona, è impossibile imitare la pallacanestro dei Golden State Warriors: che è l’opposta di quella predicata sui manuali. E forse è proprio per questo i motivo per cui, alla lunga, risulta imbattibile. Il classico pelo nell’uovo? Da prima difesa per punti concessi su singolo possesso nel 2014/2015 al diciannovesimo posto attuale nella speciale classifica (104.1 punti concessi di media a partita). Un trend da migliorare assolutamente nella post season;
L’UOMO CHIAVE – D’accordo, Stephen Curry e i suoi numeri da paura (402 triple in stagione, 5 di media a gara, 30.1 punti, 6.7 assist, 5.4 rimbalzi, 90,8% ai liberi, 45,4% da tre, 50,4% dal campo in stagione, 6.3 punti in più di media rispetto alla stagione scorsa), ma lanciamo una provocazione: senza Draymond Green i Golden State Warriors sarebbero questi? Permetteteci di dubitarne e di individuare nell’ex Spartan il vero ago della bilancia delle sorti dei Kerr boyz. Senza nulla togliere all’uomo che sta per confermarsi meritatamente MVP di questa Lega;
IL PRONOSTICO – Magari il ‘Barba’ una riesce a strapparla, ma non di più: 4-1.