MICHAEL JORDAN - Quanto vale il suo nome?
Una recenta causa intentata da Michael Jordan contro una catena di supermercati per uso illecito del suo nome, ha permesso di provare a quantificare quanto, economicamente parlando, valga il nome “Michael Jordan”. Come riporta Michael Tarm, dell’Associated Press, tutto nasce nel 2009, quando la Finer Foods, facente parte della catena Dominick’s, in Illinois, pubblica un volantino con la copertina di Sports Illustrated che celebra l’ingresso di MJ nella Hall of Fame. In basso, nel volantino, c’è anche un coupon con una bistecca.
Secondo il pool di avvocati di Jordan, questo equivale ad uso non autorizzato del nome del loro assistito; inoltre, sempre secondo gli avvocati di His Airness, il nome Michael Jordan ha un valore pari a non meno di 480 milioni di dollari e il suo uso commerciale da parte di un’azienda almeno 10 milioni. Federico Sperling, uno degli avvocati di Jordan, afferma che l’uso della sua identità è il bene più prezioso per il suo assistito. Estee Portnoy, dirigente di marketing assunto da MJ, afferma come questo volantino sminuisca il marchio della superstar, abbinandolo ad una comune bistecca.
Questa vicenda dimostra l’importanza del brand per i giocatori che hanno ormai cessato l’attività agonistica. Una fonte di reddito pressochè certa, che permette loro di continuare a sfruttare quanto fatto in campo e fuori. Quando poi parliamo di celebrità come Jordan, il tutto viene amplificato esponenzialmente.
Tornando al caso di specie, una vittoria in giudizio di MJ, con conseguente richiesta di risarcimento danni, potrebbe costituire il colpo di grazia per la Finer Foods Dominick’s, una catena di supermercati fondata a Chicago nel 1918 da Dominick Di Matteo, nato in Sicilia, che nel momento di massimo splendore è arrivata ad avere 116 punti vendita nell’Illinois, salvo versare, negli ultimi anni, in una profonda crisi che ha portato alla chiusura di tutti i punti vendita.
Sempre per rimanere in tema, è di questi giorni la notizia che MJ si è presentato di persona al Tribunale Federale di Chicago, per presenziare, come parte lesa, al processo nato da una denuncia dell’ex Bulls per uso improprio della sua immagine, nei confronti di un fruttivendolo. Costui gestiva un negozio di alimentari e verdura a Windy City e, per invogliare all’acquisto i propri clienti, ebbe l’idea di esporre, vicino la propria merce, immagini di Jordan da giocatore. Quando MJ l’ha saputo, ha citato in giudizio il fruttivendolo, nel frattempo deceduto, chiedendo i danni. Se il magistrato dichiarerà ammissibili le sue pretese, la causa proseguirà giocoforza contro gli eredi del fruttivendolo.