Miami Heat, Pat Riley: "O'Neal è stato il miglior acquisto di sempre di Miami”
“O’Neal, non LeBron o Wade, è stato il miglior acquisto di sempre di Miami”. Nel bel mezzo della “Shaq Week”, la settimana in cui NBA TV rende omaggio alla carriera di Shaquille O’Neal, il suo ex presidente agli Heat Pat Riley ha deciso di tornare con la memoria ai tempi in cui il centrone dominava l’area a South Beach. Ma un dubbio rimane: che sia una frecciata diretta a Wade dopo la sua decisione di volare a Chicago?
“Lo voglio dire e lo voglio confermare: Shaq è stato il più grande acquisto della storia della franchigia di Miami”. Per Riley, presidente degli Heat, non ci sono dubbi: O’Neal è stato il giocatore più importante mai approdato nella sua squadra. Più dei Big Three James, Wade e Bosh, che insieme in Florida hanno vinto 2 anelli nel 2012 e 2013, più di Alonzo Mourning e Tim Hardaway nell’era delle battaglie contro i New York Knicks degli anni ’90: “Mourning è stato certamente un grande ma O’Neal ha cambiato tutto per gli Heat, determinante per cambiare la credibilità della nostra squadra nella Lega” e per regalare, nel 2006, il 1° titolo ai tifosi di South Beach.
Tutto iniziò nel Giugno del 2004. Riley aveva lasciato la panchina degli Heat a Stan Van Gundy quando Micky Arison, proprietario della franchigia di Miami, gli permise di incontrare Jerry Buss per un possibile posto da allenatore ai Lakers del post Phil Jackson. “Abbiamo iniziato a parlare della squadra, finché non chiesi notizie riguardanti il rapporto tra O’Neal e Kobe Bryant. Non ottenni nessuna risposta. Una delle mie richieste per allenare a Los Angeles, però, era proprio avere quei 2 di nuovo assieme”. La riunione, prese una strana piega continua Riley: “non capivo se il loro interesse era rivolto a me o a trovare notizie per un’eventuale trade con Wade e Caron Butler. Io dissi che era impossibile”. Le cose si fecero chiare qualche giorno dopo, quando Mitch Kupchak, GM dei gialloviola, ricontattò gli Heat: “da parte loro c’era interesse. La scambio ebbe inizio con Butler, Odom, Grant e una futura 1° scelta al Draft e si concluse con l’arrivo di Shaq Heat”. La rivoluzione, secondo il loro presidente, ebbe inizio qui…
C’è qualcosa che non torna nelle dichiarazioni di Riley, non certo nuovo a lanciare frecciate. Ne sa qualcosa LeBron James che, dopo aver salutato gli Heat nel 2014 per tornare nella sua Cleveland, fu bersaglio: “Non ci saranno più facce sorridenti per nessuno…”. Proprio come 2 anni fa Miami sta facendo i conti con un’estate difficile, segnata, questa volta, dall’addio di Wade (destinazione Bulls) dopo 13 anni e 3 titoli. Una carriera in maglia Heat imparagonabile, per numeri e valore emotivo, a quella di O’Neal, fermatosi in Florida per soli 3 anni e mezzo, per di più all’inizio della sua parabola discendente. Impossibile mettere in dubbio la grandezza di Shaq ma, probabilmente, il fatto che la Wade numero 3 nella prossima stagione sarà di casa allo United Center di Chicago ha giocato un ruolo determinante nelle parole di Riley.