Miami Heat: il perché nascosto della trade Chalmers-Udrih si chiama Tyler Johnson
In questo avvio di stagione i Miami Heat sono al centro dell’interesse di molti addetti ai lavori perché stanno riscattando (6v-3p al momento) la deludente stagione passata, chiusa rimanendo fuori dalla post-season, ma anche per la trade chiusa di recente che ha visto Mario Chalmers fare le valigie e trasferirsi in quel di Memphis insieme a Ennis per far posto a Beno Udrih.
Il motivo di questa trade ha in effetti un doppio risvolto, di cui uno è certamente quello economico poiché il contratto di Udrih ha sul groppone solo questa stagione a 2.1 milioni di dollari circa, mentre Chalmers lo aveva a 4.3 milioni più i 1.7 milioni che gli Heat avrebbero dovuto pagare a Ennis nelle due stagioni a venire. L’altro risvolto, come dicevamo, è meramente tecnico-tattico, ossia il buon vecchio Pat Riley ha deciso che sia giunta l’ora di dare un po’ di spazio e fiducia in più a Tyler Johnson.
Quello della shooting guard/point guard prodotto di Fresno State University non è certamente uno dei nomi più roboanti e conosciuti dell’intera lega, ma fatto sta che il suo apporto in casa Heat in uscita dalla panchina è stato apprezzato e come da dirigenza e allenatore (Spoelstra).
Il ragazzo ha faticato non poco per arrivare dove è ora: classe 1992, nativo di Grand Forks nel North Dakota, dopo 4 anni di college è rimasto undrafted nel draft del giugno 2014. L’unica speranza per lui si chiamava Summer League, e così ha firmato un contratto proprio con gli Heat per poter mostrare il suo talento, conclusa poi la Summer League ha firmato con la franchigia satellite degli stessi Miami Heat nella D-League (la lega di sviluppo della NBA): i Sioux Falls Skyforce.
Il 12 gennaio 2015 gli Heat gli propongono un contratto di prova di 10 giorni, 3 giorni dopo fa il suo esordio in NBA giocando una manciata di secondi contro i Golden State Warriors e segnando i suoi primi 2 punti. Gli Heat però decidono di rispedirlo in D-League fino a quando il 29 gennaio non gli propongono un nuovo contratto di 10 giorni, sta volta le cose andranno diversamente perché l’8 febbraio Johnson firmerà un contratto biennale con Miami. Il 2 marzo arriva la sua prima grande prestazione quando ne mette 26, con 10/13 al tiro, nella vittoria per 115-98 contro i Phoenix Suns. Cinque giorni più tardi ne segnerà 24, in 44 minuti giocati (ovviamente massimo in carriera per minuti giocati) in un’altra vittoria Heat, sta volta contro i Kings per 114-109.
Quest’estate Johnson ha continuato a lavorare ma durante la Summer League, il 9 luglio, ha subito un duro stop di 40 giorni a causa di una frattura alla mascella che lo ha tenuto forzatamente ai box.
La nuova stagione è iniziata alla grande per Tyler che sta viaggiando con oltre il 56% dal campo, il 54.5% da 3 punti, 3 rimbalzi di media, quasi 2 assist e una palla recuperata a partita, con una media punti di 8.5 in una media di minuti giocati di 21.1.
Fiducia di Riley e Spoelstra ripagata alla grande, di un giocatore dotato, nonostante la stazza buona, ma non esagerata (1.93m per 84Kg), di una grande forza fisica e che sta trovando in quello degli Heat, con giocatori di grandissima esperienza quali Wade e Bosh, ma anche Birdman, a fare da chiocce per i più giovani, l’ambiente ideale in cui crescere e migliorare.