#MarchMadness Final Four - Oregon, 78 anni dopo per stupire tutti
L’ultima volta che i Ducks erano arrivati fin qui, il sottoscritto non c’era. E nemmeno la generazione prima di lui. E nemmeno voi c’eravate, a meno che non siate nati prima degli anni ’40.
Era il 1939, il mondo era un’altra cosa, il College Basket pure. Eppure quella Oregon seppe dare un segnale preciso a tutto il movimento cestistico che da allora ha imparato, tanto da riuscire anche a vincere alla fine il torneo.
Da quel giorno sono passati 78 anni e stavolta nelle TV di tutto il mondo Oregon non fa nulla per non farsi notare: vi accorgerete di loro per le maglie sgargianti (verdi o gialle che scelgano), poi vi innamorerete di loro perché sono ragazzi come voi, ma che messi insieme sono riusciti a fare qualcosa di strepitoso.
IL PERCORSO – La vittoria con IONA al primo turno poteva essere scontata e il 93-77 finale ha in effetti sancito la diversa qualità delle due contendenti. Ma l’upset è sempre dietro l’angolo e della Match Madness non ci si dovrebbe mai fidare.
Le tre gare successive sono state d’insegnamento per tutti noi: i Paperi hanno eliminato Rhode Island all’ultima tripla con il 75-72 finale, poi Michigan all’ultimo tiro per il 69-68 decisivo. Emozioni a non finire prima dell’accesso alle Elite 8, dove tutti pensavano che il conto con la sorte si presentasse dietro l’angolo: e invece ancora una volta arriva la sorpresa, perché nonostante di fronte ci sia Kansas, Oregon sa fare suo il match e vincere con un finale incredibile. 74-60, con i Jayhawks che negli ultimi 2 minuti e 50 secondi segnano zero punti, nel momento migliore della rimonta.
Da qui parte il successo del gruppo di Dana Altman, uno che ha portato al torneo di Marzo per cinque volte nell’ultimo quinquennio la sua Oregon; i Ducks hanno un’anima, non saranno forse giocatori che lasceranno il segno al piano superiore (ma questo è ancora tutto da vedere, citofonare Bell), però messi insieme possono arrivare lontano.
Ed ora fanno paura anche a North Carolina.
IL LEADER – Anzi, i leader. Se scalate la graduatoria delle previsioni del prossimo Draft NBA vi accorgerete che il primo esponente di Oregon siede gentilmente alla casella 37 (seguito da un compagno subito dopo).
Si tratta di Jordan Bell, Junior che ha lasciato il segno durante tutta la stagione; le sue abilità difensive sono ben note (chiedere a Kansas delle 8 stoppate di qualche giorno fa) tanto da far gola a più di una franchigia NBA. Accanto a lui ci sarebbe Dillon Brooks, un altro che ha regalato sprazzi di basket importante in questo torneo.
Ma se c’è un giocatore capace di far saltare il banco, quello è Tyler Dorsey; il nativo di Pasadena sta disputando un torneo incredibile, con 24,5 punti di media in quattro gare e prestazioni incredibili.
Sua la tripla decisiva contro Rhode, suo il canestro decisivo contro Michigan, ancora sue le triple che hanno spaccato la gara contro Kansas nelle Elite 8.
Dorsey è un tiratore, e in questo mese ce ne siamo accorti tutti, e di cartucce da sparare ne ha ancora. E stanotte, forse, ricomincerà a farlo.