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Male i Cavs senza LBJ, Wizards e 76ers massacrati da Dallas e Golden State. Vittorie anche per Jazz e Pelicans

L'imputato in casa Cavaliers: coach David Blatt (sport.yahoo.com)
L’imputato in casa Cavaliers: coach David Blatt (sport.yahoo.com)

CLEVELAND CAVALIERS @ ATLANTA HAWKS 101 – 109: nel giorno del suo 30esimo compleanno, James dà forfait alla Philips Arena e lascia riposare il suo ginocchio sinistro. Lo stesso farà Marion che non prenderà parte all’ultima partita dell’anno. L’inizio per il discusso coach Blatt è positivo perché dopo un 5-0 iniziale dei padroni di casa si vede una buona reazione e un controparziale niente male, regalando un quarto intenso ed equilibrato (25-26). Già nella seconda frazione, però, le maglie non si stringono così bene come nei primi 12’ e, sebbene Kyrie Irving riesca a estrarre più e più volte conigli dal suo immenso cilindro, Cleveland stenta a giocarsela alla pari. Sul fronte opposto, quello Hawks, entrano in gara nella miglior maniera Korver, Millsap e il solito Teague che realizza 23 punti e fornisce 11 preziosissime assistenze per il compagni. Un protagonista “inatteso” è stato Tabo Sefolosha, capace di arginare la gran parte delle penetrazioni Cavs e di ribaltare in men che non si dica l’azione da difensiva in offensiva. Non bastano, dunque, i 35 di Irving per contenere la furia di Atlanta che si conferma sempre più seconda forza ad Ovest. Oggetto ancora misterioso resta Kevin Love che in 24’ di gioco realizza 7 punti, 7 rimbalzi con un complessivo 1/8 dal campo. Game, set & match: si conclude male un anno quasi disastroso per i Cavaliers mentre continuano le gioie per la squadra di coach Budenholzer.

CLEVELAND CAVALIERS (18-13): Miller, Love 7, Thompson 18 + 13 RT, Dellavedova 6, Irving 35, Waiters 9, Harris 13, Amundson, Price 4, Jones 9.

ATLANTA HAWKS (23-8): Carroll 7, Millsap 26, Antic 5, Korver 19, Teague 23 + 11 ASS, Sefolosha 6, Brand, Scott 12, Schroeder 11, Bazemore.

 

PHOENIX SUNS @ NEW ORLEANS PELICANS 106 – 110: si sente fin troppo l’aria di capodanno a New Orleans nel match tra Pelicans e Suns. L’inizio di gara, infatti, è segnato da un imbarazzante 0/12 per entrambe le squadre e la partita stenta a decollare. Occorrono le ali di Davis e le magie di Evans per far salire di quota la partita che non appena si infiamma diventa vivace ed equilibrata. Fatto di sorpassi e controsorpassi, il primo tempo premia la squadra di casa che chiude avanti solo di 2 lunghezze dopo essere stata anche avanti in double-digit. Grazie alle triple di Green, i Suns restano attaccati alla partita. Al rientro sul parquet dopo l’intervallo, le due squadre continuano ad affrontarsi a viso aperto e mentre da una parte si impongono Evans, Anderson e ancora Davis, dall’altra i gemelli Morris e un buon Goran Dragic contribuiscono a lasciare invariato il distacco tra le due squadre. Si arriva così alla stretch-run che ancora una volta penalizza gli uomini di coach Hornacek, anche perché negli ultimi 3 minuti Tyreke Evans è immarcabile. Costanti i tentativi di restare in gara prima con l’and-one di Morris, poi con la lacrima di Dragic ma a chiuderla sarà ancora una volta il talento ex Kings. Vittoria importante per i Pelicans che vincendo accorciano proprio sui Suns, situati al momento all’ottavo posto ad Ovest.

PHOENIX SUNS (18-15): Tucker 10, Morris 13, Len 4, Dragic 22, Bledsoe 21, Plumlee 6, Green 17, Morris 8, Thomas 5.

NEW ORLEANS PELICANS (16-15): Babbitt 3, Davis 19 + 18 RT, Asik 11, Evans 24, Holiday 21, Anderson 19, Cunningham 4, Rivers, Fredette 9.

 

Un John Wall in difficoltà contro i Mavs (mavsmoneyball.com)
Un John Wall in difficoltà contro i Mavs (mavsmoneyball.com)

WASHINGTON WIZARDS @ DALLAS MAVERICKS 87 – 114: punizione piuttosto pesante quella che i Mavericks hanno inflitto ai Wizards all’American Airlines Center. Un passivo di ben 27 punti non lo aveva mai subito Washington, rea di aver concesso sì tiri aperti ma anche di aver perso la bellezza di 23 palloni! A peggiorare la situazione sono state le percentuali di Dallas che non ha mai tirato così bene in stagione: 52.4% dal campo, 69% dai liberi e 53.3% dall’arco dei 3 punti. Se c’è un match up romantico era quello tra Rondo e Pierce, due ex Celtics, ma quello decisivo è stato Rondo-Wall, con il numero 9 Mavs capace di sporcare ogni tentativo di giocata da parte dei playmaker dei Wizards. Vincono 4/4 su quarti, toccando i 36 punti realizzati nel secondo periodo, chiudendo i giochi in poco più di due quarti e mezzo. Serata sottotono sia per Wall che per Beal. Vittoria importante per Dallas che contro le Big di entrambe le conference aveva finora stentato e mai vinto, palesando un gioco tutt’altro che buono. Dallas manda 13 giocatori in panchina e altrettanti a referto.

WASHINGTON WIZARDS (22-9): Pierce 9, Nene 7, Gortat 10, Beal 10, Wall 11, Humphries 11, Butler 3, Webster 3, Seraphin 9, Miller 2, Blair 9, Porter 3, Temple.

DALLAS MAVERICKS (23-10): Parsons 14, Nowitzki 13, Chandler 2 + 12 RT, Ellis 20, Rondo 11, Villanueva 14, Harris 3, Smith 8, Jefferson 14,  Barea 5, Aminu 4, Powell 2, Felton 4.

 

The new Money Man!  (dunkingwithwolves.com)
The new Money Man! (dunkingwithwolves.com)

MINNESOTA TIMBERWOLVES @ UTAH JAZZ 94 – 100: vigilia tormentata in casa Jazz perché Burke dovrà saltare tutto il resto della stagione per un infortunio. Va di scena comunque un match incredibile tra T’wolves e Jazz. L’inizio sorride agli ospiti che vantano un Muhammad più che ispirato (chiuderà con 30, career-high). Sono 27 i punti realizzati da Minnesota nel primo quarto mentre 21 quelli dei Jazz che vengono trascinati anche nel secondo quarto da un Burke in gran spolvero. Wiggins, intanto, riscalda i motori e va più di una volta al piano di sopra, dimostrando di avere le giuste doti atletiche per competere con i migliori della Lega. Il secondo quarto è di marca Utah che si porta avanti di una sola lunghezza di vantaggio prima della sirena di metà gara. Ancora tanto equilibrio nella terza frazione dove si alternano grandi giocate di Wiggins e la solidità offensiva classica dl sistema di coach Snyder. In perfetta parità si chiude la penultima parte di gara e la tavola è apparecchiata per un ultimo quarto per palati raffinati. Minnesota parte bene e prende anche un discreto margine di vantaggio, mandando la prima scelta assoluta a far visita al ferro. Ma il vero protagonista, quello che noi abbiamo definito a inizio stagione “The new money man”, è Gordon Hayward che realizza 11 dei suoi 26 punti totali negli ultimi 4 minuti di gioco. Complici anche le identiche e incompresibili palle perse da parte degli ospiti, i Jazz ne approfittano e scappano in contropiede finalizzando ogni chance. Saranno solo 11 le palle perse per i T’wolves che, però, ne perdono 3 velenosissime nel finale. Game, set & match: i Jazz battono i Timberwolves col punteggo di 94-100.

MINNESOTA TIMBERWOLVES (5-25): Muhammad 30, Young 9, Dieng 8, Wiggins 21, LaVine 8, Budinger, Bennett 4, Williams 9, Adrien 5, Daniels.

UTAH JAZZ (11-21): Hayward 26, Favors 15, Kanter 14 + 12 RT, Hood 4, Burke 26, Ingles 4, Exum, Gobert, Christopher 4, Booker 7.

 

PHILADELPHIA 76ERS @ GOLDEN STATE WARRIORS 86 – 126: è vero, siamo where amazing happens, ma stavolta basta realmente leggere le squadre che si affrontano per decretare un più che probabile vincitore. Alla Oracle Arena gli ultimi della classe affrontano i primi della classe in uno dei più classici testacoda. C’è più spazio per lo spettacolo che per una partita di basket, tanto è vero che Curry non si allaccia nemmeno le scarpe e si limita a mandare al ferro Iguodala e Thompson. Commento migliore non c’è, perché la partita di base non c’è. Finisce con un distacco di 40 punti, quelli che forse realmente dividono le due squadre. Ci si aspettava molto da MCW che, invece, delude con appena 4 punti e 6 assist. Decima vittoria consecutiva in casa per GSW che chiude l’anno solare al primo posto nella Western Conference.

PHILADELPHIA 76ERS (4-26): Covington 10, Sims 19, Noel 8, Sampson 7, Carter-Williams 4, McDaniels 7, Grant 7, Aldemir 4, Wroten 10, Thomas 10.

GOLDEN STATE WARRIORS (25-5): Barnes 8, Green 10, Speights 23, Thompson 14, Curry 13, Lee 13, Iguodala 7, Livingston 4, Holiday 11, Barbosa 17, Kuzmic 6, Rush.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone