L'ultima idea di Rodman: parlare con i capi dell'Isis
Ci ha già provato una volta con Kim Jong Un, dittatore nordcoreano che si è attirato le antipatie dei governi democratici di tutto il mondo. E non è andata malissimo, se è vero come è vero che è risultato uno dei pochi cittadini americani graditi dalle parti di Pyongyang.
A distanza di tempo, quindi, Dennis Rodman vuol tornare a vestire i panni dell’ambasciatore sui generis. Ma la missione, stavolta, è complessa. Partire per la Siria e cercare un dialogo con i capi dell’Isis. E se credete che sia solo l’ultima follia di ‘The Worm’ siete totalmente fuori strada: “So che molte persone non capiranno ciò che sto facendo, ma è una mia decisione – ha dichiarato Rodman -. Penso che se potessi scambiare due parole coi leader dell’Isis loro capirebbero gli errori che stanno commettendo. Sto seguendo l’Isis da mesi ormai. Molto di quello che fanno non va bene. Direi loro la mia opinione e forse riuscirei a cambiare i loro metodi. Penso che le mie abilità cestistiche possano aiutare, il fatto di saper lanciare via la gente dall’area quando conta, tipo nel quarto periodo delle partite. Sto pensando ad un tatuaggio dell’ISIS per far sapere loro che faccio sul serio”. Parole rilanciate anche dall’agente Jimi Davies: “Gli auguro buona fortuna. Dennis è un grande oratore, e una persona amabile. Penso che l’ISIS vorrà ascoltare cosa ha da dire e si spera che loro possano cambiare in meglio”.
Nelson Mandela, il cui anniversario della scomparsa ricorre proprio in queste ore, ha sempre detto che lo sport può essere un ponte per la pace tra i popoli. Evidentemente Dennis l’ha presa sul serio. Terribilmente.