L'NBA più ricca di sempre, risanati i debiti?
Cinque anni fa, la NBA è stata protagonista del lockout che tutti ricordiamo. Stagione che stava per saltare, fino a quando non fu trovato l’accordo e furono giocate 66 partite più i playoff. La lega perdeva circa 300 milioni di dollari l’anno a causa degli extra che finivano nelle tasche dei giocatori. Dopo dei tentennamenti, i giocatori rinunciarono ai 300 milioni di dollari, l’accordo fu sancito e oggi tutti ne stanno traendo benefici, si trattava solo di aspettare qualche anno, 5 per l’esattezza. Un anno fa ci fu la dichiarazione di Adam Silver, commissioner della lega: “Un numero significativo di squadre NBA continua a perdere soldi“. Da quel momento sono emersi tre problemi principali: troppe erano le spese per i giocatori “non tesserati”, il sistema di ripartizioni delle entrate in lega era troppo debole e alcune squadre agivano senza avere un interesse al guadagno. Così le squadre in difficoltà sono state risollevate attraverso la condivisione delle entrate in lega. Entrate che hanno visto quest’anno un consistente aumento grazie all’accordo con le tv americane, che frutterà alla NBA ben 1,6 miliardi di dollari in più rispetto al precedente contratto. Per intenderci in maniera molto semplice, la ripartizione equa di questi soldi sarà: 800 milioni in più da investire per gli stipendi dei giocatori, 800 milioni in più per le squadre. I nuovi contratti firmati dai giocatori quest’estate ne sono la prova. E per le franchigie quindi che sono rimaste in rosso nel 2015 (nonostante i 300 milioni di dollari risparmiati nel 2011), questi 800 milioni di dollari sono una bella boccata d’ossigeno che risolleva non solo la singola squadra, ma l’intera lega.