LeBron vs Steph: la resa dei conti ai vertici dell'Nba può davvero cominciare
Tutti gli addetti ai lavori Nba e gli appassionati della palla a spicchi d’oltreoceano volevano questo duello finale e dopo la vittoria di Golden State su Houston di stanotte, l’hanno avuta. La finale Nba di quest’anno oltre a mettere in mostra due tra le squadre più forti dell’intera lega sotto ogni punto di vista, vedrà il duello tra i giocatori più forti all’interno del panorama cestistico a stelle e strisce: il duello tra LeBron James e Stephen Curry.
Post-season spettacolare quella del n.23 di Cleveland che nonostante tutte le difficoltà si è caricato l’intera squadra sulle spalle e ha fatto fuori Atlanta in 4 partite. Prima Love, poi Irving a mezzo servizio hanno messo a dura prova le forze mentali e fisiche del “prescelto” che non è mai sembrato sul punto di vacillare. Nell’ultima serie contro gli Hawks ha spazzato via chiunque si è trovato sulla sua strada, giocando con un’onnipotenza cestistica fuori dal comune e con una mentalità incredibile. Cifre da capogiro per James che viaggia con circa 30 punti di media e quasi sempre con una tripla doppia messa a referto ogni partita. Chi sarà il fortunato che dovrà cercare di fermarlo? Steve Kerr ha varie scelte per tentare di fermare il n.23 dell’Ohio: Iguodala, Thompson, Barnes e Green sembrano tutti in grado di poter creare grattacapi alla stella dei Cavs, ma una cosa è provarci, una cosa è riuscirci e non sembra proprio una missione semplice da portare a termine.
La missione impossibile sembra fermare l’Mvp, beh si perchè chiunque c’ha provato non c’è mai riuscito: chiunque lo marchi non si spiega come un giocatore fisicamente normalissimo possa sgusciare, sparare da 9 metri, ridicolizzare gli avversari in quel modo. Una stagione come la sua è inenenarrabile: troppe cose tornano alla mente per chi l’ha seguito dalla prima palla due ed è forse per questo che tutti i seguaci di Steph sono sicuri che il loro idolo ha ancora tante frecce nella faretra. In alcuni momenti dei playoff sembrava che Curry trovasse difficoltà a dimostrare il suo vero valore sul parquet e nell’economia psicologica della partita ( chiedere alla difesa e al trash talking di Tony Allen). Curry però ha ritrovato la quadratura del cerchio e del suo gioco riprendendo in mano le redini dell’intera squadra. La Oracle Arena è pronta a tenere in alto il morale della sua squadra e soprattutto del suo beniamino che sembra avere davvero una marcia in più al cospetto dei decibel di casa sua.
Sarà meglio tenere tanto caffè da parte per le prossime notti perchè lo spettacolo sarà assicurato.