LeBron James e JR Smith, due facce diverse per due sconfitte diverse
Sono primi nella Eastern Conference. Sono primi nella Central Division. Eppure le ultime due sconfitte dei Cleveland Cavaliers sono sembrate più due L in più nello standing dei wine-and-gold. Le sconfitte maturate contro Toronto e Washington hanno evidenziato problemi ben noti in Ohio ma che sono stati metabolizzati e affrontati in maniera diversa da due giocatori simbolo della versione Lue: LeBron James e JR Smith.
Il Re, che dal canto suo non può dirsi un formidabile tiratore, ha preferito spostare l’attenzione su una mancanza di squadra anziché sulle sue pessime percentuali da 3 punti in questa stagione. L’ha definita una “mancanza di mentalità” quella dei Cavaliers, espressa perfettamente nella sconfitta in casa dei rivali di Conference, i Toronto Raptors. Il suo airball ha scatenato come non mai gli haters, anche i più esposti al mondo mediatico. La colpa, secondo LeBron, non è nelle statistiche, nelle percentuali, nei numeri ma nella mentalità dei suoi Cleveland Cavaliers: “Ci manca l’aspetto mentale in questo momento” ha più volte ripetuto il talento di Akron. Parlando di mancanze, però, James dimentica di guardare alle proprie mancanze, alle sue personali lacune: manca la precisione al tiro da 3 punti. Viaggiava ad un onesto 27.6% (per quella stazza) per poi sprofondare ad un livello davvero basso, ovvero sia le 6 partite consecutive in cui i suoi 18 tentativi da 3 non hanno mai visto il fondo della retina. Per confronto banale, Kobe Bryant, con le sue stanche gambe da 37enne, tira con il 27.3%.
Una visione diversa della situazione, invece, ce la offre JR Smith. Dopo la sconfitta di stanotte per 113-99 contro i Washington Wizards, l’ex Knicks ha affermato che si tratta di qualcosa di peggiore di una semplice sconfitta. Senza LeBron James (a riposo), i Cavs non sono mai stati in partita, toccando anche il -30 e riuscendo, con un 15-0 di parziale finale, a rendere meno doloroso il risultato. Dire che JR Smith era deluso alla sirena significa utilizzare un grosso eufemismo. Ai microfoni di Dave McMenamin (ESPN), Smith ha dichiarato: “Non possiamo giocare a basket solo a tratti. Ci sono ancora 24/25 partite da giocare in questa regular season e nulla è ancora definitivo. Si parla di contendenti e una concorrente può soffiarti il primo posto in un soffio… Dopo aver perso contro la #2 della Eastern Conference, un gioco per la squadra n ° 2 in Oriente, allora si esce delusi e sconfitti oltremodo e oltremisura“. JR, in verità, ha utilizzato dello slang e in particolare il termine thrashed, ovvero battuti con decisione, in maniera sonora.
“Non possiamo continuare così. Se siamo tutti concentrati su chi dovremmo essere, allora non possiamo fare questo. A Toronto eravamo avanti di 9 a 5′ dalla fine. Se si perde una partita come l’altra sera contro una squadra come Toronto e si viene qui [Washington] a giocare come abbiamo fatto, cioè senza energia, forse non dovremmo essere in questa posizione. E’ dura“. Smith ha anche detto che il suo livello di preoccupazione è “estremamente alto” e perdere in questo modo senza James è “un reality check per alcuni di noi.”
Parole forti, sia quelle di LeBron, sia quelle di Smith. Vedremo se i Cavs sapranno prendere il meglio da questi sfoghi.