Le lacrime di Smith, la felicità di Irving, la sincerità di Jefferson e l'emozione di Lue-Gilbert
Lo abbiamo visto in panchina con una eleganza americana, con un vestito a quadri e con la cravatta mai fuori posto. Lo ritroviamo nello spogliatoio completamente bagnato dallo champagne e con pochi indumenti, quasi come se si fosse dimenticato del suo ruolo. Il tempo di ricomporsi e di andare in conferenza stampa, dove ritrova per un attimo il senno prima di rituffarsi in una delle notti più lunghe della sua vita. Non sono tante le parole ma sono idee che pesano molto se consideriamo che vengono dall’interno: “Tutti noi vediamo il suo talento per la pallacanestro, il modo in cui può controllare sempre il gioco ma il motivo per il quale merita tutto questo è perche ha un grande cuore. Great things happen to great people, grandi cose accadono a grandi persone“. Miglior conclusione non esiste. Poi aggiunge: “Abbiamo fatto la storia questa sera. Cleveland, Ohio, stiamo tornando, baby!”
“Non ho mai visto un uomo nella mia vita dire ad un intero Stato ‘Sali sulle mie spalle, ti carico sulla mia schiena perchè ho intenzione di portarti con me e non mi importa se non riusciamo, tu verrai con me‘ e allo stesso tempo vederlo già pronto a pensare al prossimo anno” dice Richard Jefferson su quello che a tutti gli effetti è il miglior giocatore del mondo. “Ha promesso qualcosa ad una città e ora ha solo voglia di tornare a casa e dimostrare ciò che p riuscito a dare. Ci ha portati tutti sulla giusta strada” dice il veterano che ha appena annunciato il ritiro.
Anche i pensieri dell’uomo forse più decisivo della serie sono rivolti alla parata di mercoledì: “Ora abbiamo il nostro corteo e celebreremo la vittoria nel modo in cui Cleveland merita“. Sono queste le prima parole di Kyrie Irving, MVP romantico di queste NBA Finals 2016. Tutti le sue parole, poi, sono rivolte a LeBron: “Stasera ho visto Beethoven in campo ed era LeBron James che componeva il gioco della pallacanestro. Ha fatto una tripla doppia incredibile per essere una gara 7 delle NBA Finals. Ci saranno ancora scettici ma so che a lui non importa e mai importerà. Non importa neanche a me. Tutto ciò che conta è che siamo campioni e tutta la nostra squadra ha scritto una indelebile pagina di storia“.
La parola passa anche a chi ha costruito questa squadra, ovvero sia Dan Gilbert, GM Cavs: “La gente di Cleveland merita questo più di ogni altro popolo ed è un traguardo per loro molto sentito. Grazie a Dio, Dio ama Cleveland, Ohio. Tutto quello che so è che nessun gruppo merita una vittoria più di questo, nessun fan merita una vittoria così più di questi e io sono senza parole, fiero di ogni singolo giocatore. E grazie, Cleveland, ti amo, Cleveland“.
La parte più emozionante della serata, oltre le lacrime di LeBron, è dedicata a JR Smith che in conferenza stampa non trattiene le lacrime e si lascia andare ad un pianto di liberazione spontaneo e sincero: “Tutto quello che faccio è per i miei genitori e per la mia famiglia” dice tra i singhiozzi e le lacrime, ammettendo di aver incasinato più e più volte la sua vita ma ribadendo di aver avuto la fortuna di avere il sostegno della sua famiglia sempre, in ogni occasione. “Sono stato più volte in difficoltà, ho macchiato spesso di cose brutte la mia vita e so che se non fosse stato per loro, per la mia famiglia, non sarei stato in grado di uscirne fuori. Se non fosse stato per la struttura e la spina dorsale che ho dietro di me ogni giorno non sarei stato in grado di rovinare di continuo la mia vita ma di riuscire a tornare ed essere in grado di sedermi qui di fronte a voi e dirvi che sono campione del mondo“. Immagini sicuramente toccanti quelle di JR Smith che incrocia lo sguardo del padre presente in sala. “Rimontare da quella situazione è stato estremamente difficile. Abbiamo studiato come vincere un quarto alla volta, passo dopo passo e stasera siamo riusciti nell’impresa“.