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LANCE STEPHENSON - Ecco perché è un flop

(foto da: fansided.com)
(foto da: fansided.com)

Niente da fare. La stagione di Lance Stephenson, la prima con la maglia degli Hornets, non vuol proprio decollare. Ne avevamo già trattato tempo addietro, ma c’era la speranza che il rendimento del 24enne nativo di Brooklyn potesse migliorare con il passar delle settimane. E invece, l’ex Pacers continua a viaggiare su statistiche lontane parenti da quelle espresse nel 2013-14 agli ordini di coach Vogel, puntando verso una mediocrità che non ha affossato le ambizioni Playoff degli Hornets solo grazie all’ottima annata dei vari Al Jefferson, Mo Williams (a Charlotte da 9 partite), Kidd-Gilchrist e Kemba Walker, almeno fino all’infortunio che l’ha messo ko un mese e mezzo fa.

 

Fiore all’occhiello della campagna acquisti della franchigia gestita da Michael Jordan, Stephenson, il quale ha firmato un triennale, è stato messo man mano ai margini del quintetto titolare da coach Clifford, entrando sul parquet sempre più spesso dalla panchina (22 volte su 47 presenze totali). Come ribadito poc’anzi, però, gli Hornets non hanno grossomodo risentito delle sue prestazioni, piazzandosi, a 21 partite dalla fine della regular season, al 7° posto nella Eastern Conference (28-33), con mezza partita di vantaggio su Pacers e Heat (28-34 per entrambi) e 3 di vantaggio su Nets e Celtics (25-36 per entrambi). Anche nell’ultima partita giocata, e vinta (5° di fila), dagli Hornets a Detroit (108-101), Lance ha ricoperto un ruolo di secondo piano, con 9 punti, 5 assist e 3 rimbalzi in 22 minuti di gioco.

 

Diamo uno sguardo più approfondito alle statistiche del #1 di Charlotte. Con una media di 8.6 punti ad allacciata di scarpe, Born Ready è appena al 7° posto nella classifica di squadra, guidata da Mo Williams (21.7). Lo scorso anno, al contrario, il nostro si era attestato su una media di 13.8; quello che risalta particolarmente all’occhio, è la grande differenza a livello di percentuale dal campo, con un 37.3% attuale, contrapposto al 49.1% dell’ultimo anno ad Indianapolis. Deficitarie anche le percentuali da 3 (15.2% a 35.2%) e dalla linea della carità (61.4% a 71.1%). Minore è stato il rendimento di Stephenson anche a rimbalzo, come si evince paragonando i 7.2 rimbalzi di media nella scorsa stagione ai 5.2 attuali. Invariati, invece, i dati relativi agli assist (4.6) e ai palloni recuperati (0.7).

 

Dalle parti di Charlotte, hanno provato a spiegare le difficoltà di Lance in vari modi. Prima di tutto, la difficile convivenza, in campo, con Kemba Walker. A smentire questo assunto, però, ci ha pensato lo stesso giocatore, che ha continuato con il suo andazzo non esaltante anche in queste settimane senza il prodotto di UCONN tra i piedi. Ancora, si è ipotizzato, già a novembre scorso, un ambientamento non ideale del giocatore, schiacciato da una pressione che lui non sarebbe in grado di reggere. Se gli Hornets dovessero centrare la post season, le speranze di un cammino più lungo passano necessariamente, oltre che nel rientro a pieno regime di Walker, anche in un incremento delle prestazioni di Stephenson. Se ciò non dovesse avvenire, la possibilità di un suo addio anticipato diverrebbe molto concreta.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone