Lakers, LeBron James: "La prima volta che incontrai Kobe ero in soggezione"
Martedì prossimo, 26 gennaio, sarà una giornata molto triste per tutto il mondo dello sport, non solo del basket. Martedì sarà passato esattamente un anno da quella tragica e nebbiosa mattina di Calabasas; un anno esatto senza Kobe Bryant, l’amata figlia Gianna Maria e le altre sette persone presenti sul suo elicottero.
Nella conferenza stampa successiva alla vittoria dei Los Angeles Lakers in casa dei Milwaukee Bucks, LeBron James ha parlato ampiamente di Kobe, a partire dal primo incontro tra di loro. “Avevo il suo poster appeso in camera mia, quando vivevo nell’appartamento 602 di Spring Hill,Ohio. Era sul mio muro e aveva un posto d’onore tra tutti gli altri” – spiega LeBron – “Poiché Kobe era passato direttamente dal liceo alla NBA, durante il mio ultimo anno di liceo era uno dei modelli principali a cui mi ispiravo“.
“Pensavo: “Se Kobe l’ha fatto e ci è riuscito, è di sicuro qualcuno da cui posso imparare, esattamente come KG e T-Mac (Kevin Garnett e Tracy McGrady, ndr)”. All’epoca, giocai una partita d’esibizione con lui e se ricordate mi aveva anche regalato un paio delle sue scarpe in quell’occasione” – continua – “Quando sei un ragazzino e condividi il parquet con lui, mentre aspiri a diventare come lui, sei chiaramente destinato a rimanere in soggezione, e io ero in soggezione“.
Al #23 vengono chiesti maggiori dettagli di quella partita di esibizione: “Sono troppo vecchio per ricordarmi di preciso cosa accadde. Posso dirvi che bottiglia di vino ho aperto ieri, ma è dura ricordare bene avvenimenti di 18 anni fa. Ma confermo che ci affrontammo; non ricordo se io fossi in attacco o in difesa, ma ci affrontammo. Ero incredulo poiché, oltre a Kobe, c’era anche gente come Iverson e McGrady. Incredibile“.