LAC@HOU, TOP&FLOP: Brewer è la sorpresa, Griffin giocatore completo. Male Terry e Barnes
TOP
COREY BREWER: sempre pronto ad azzannare la partita, senza accusare minimamente alcun tipo di pressione. Tiratore affidabile dall’arco, penetratore aggressivo: un surrogato (ma non troppo) di Harden e McHale può far rifiutare il Barba. In una serie in cui la differenza l’ha fatta la panchina, lui ne è l’emblema.
BLAKE GRIFFIN: poliedrico, maturo, concreto. Non sempre lucidissimo quando c’è da attaccare, ma questo spesso si traduce più in un beneficio che altro. Si vede come la squadra risenta dei suoi passaggi a vuoto nelle due metà campo e in gara-7 è stato più evidente. Risolto questo problema, potremmo avere davanti a noi un MVP.
JAMES HARDEN: lui, invece, per poco non lo diventava. Un’altra serie giocata molto coscientemente, un segnale importante per la squadra, che sa di avere un leader affidabile. Interpreta alla perfezione il gioco del “penetra e scarica”, rendendo Ariza un vero e proprio fattore.
FLOP
MATT BARNES: i problemi fisici lo limitano, ma innervosisce la partita e poco altro. Col calare della sua squadra, le sue percentuali tendono molto, anzi troppo, allo 0. E se l’ala titolare tira con queste percentuali…
JASON TERRY: chiamato in cabina di regia in pianta stabile, in contumacia di Beverley, sbaglia troppo dall’arco, specialità della casa. Le percentuali sono talmente basse che addirittura i Clippers gli lasciano prendere il tiro più volte, senza subire punti. Gli conviene aggiustare la mira quanto prima.
PANCHINA CLIPPERS: per carità, sarà poco utilizzata da Doc, ma l’apporto in campo è nullo. Le due facce di Crawford non sempre aiutano, Rivers ha lasciato vedere tutti i limiti da gara-4 in poi, Davis soffre il poco atletismo contro i lunghi avversari e Hawes viene utilizzato pochissimo, nonostante il contratto pesante. Houston ha una panchina lunghissima con tutti gli infortuni: la differenza è stata palese.