La rinascita dei Pacers passa da PG, per tornare grandi
Potrebbe essere davvero l’anno della rinascita quelli degli Indiana Pacers, che dopo due anni di limbo vogliono tornare in vetta ad una Eastern Conference alla disperata ricerca di un avversario credibile per LeBron e compagni, campioni in carica e con estrema voglia di riconfermarsi. I segnali che arrivano dai primi test antecedenti all’inizio della stagione regolare confermano una squadra dalle grandi potenzialità ma che deve trovare un filo conduttore che unisca un roster relativamente giovane.
DOVE L’ABBIAMO LASCIATA – La scorsa annata, quella del ritorno di PG a pieni ritmi, è stata vissuta tra luci ed ombre come era pronosticabile per una stagione inevitabilmente di transizione. L’approdo ai playoff è stato un buon obiettivo raggiunto al culmine di una regular season in cui comunque sono state perse troppe vittorie per strada, conquistando quel settimo posto che li ha visti subito impegnati in una sfida d’alta quota. La serie contro i Toronto Raptors è stata una delle più belle degli scorsi playoff, ma ancora una volta i Pacers hanno sfruttato male le occasioni avute per passare il turno e agli annali resta solo un’eliminazione prematura al primo turno. Il tutto ha portato alla fine del ciclo di Frank Vogel ad Indianapolis, una scelta forte di Larry Bird a conferma di come la franchigia sia pronta alla rifondazione.
IL MERCATO ESTIVO – La rifondazione passa ovviamente dal mercato e una volta realizzato che serviva un cambio radicale, il leggendario manager dei Pacers ha risposto presente. Oltre al cambio del capo allenatore, sostituito dal suo vice Nate McMillan, ha lasciato il team dopo cinque anni anche George Hill (direzione Salt Lake City), sostituito prontamente dall’arrivo altisonante di Jeff Teague, ormai in rottura con gli Hawks. Come se non bastasse, Bird ha regalato ad un PG desideroso di un roster competitivo anche Thaddeus Young e Al Jefferson per completare un reparto lunghi di tutto rispetto insieme all’ormai sophomore Myles Turner.
L’UOMO FRANCHIGIA – La risposta è scontata: Paul George. Ma mai come quest’anno definirlo uomo franchigia è riduttivo, visto che l’ala si appresta ad iniziare la seconda stagione dopo il terrificante infortunio con l’obiettivo di dominare la lega in lungo e in largo. Le dichiarazioni di quest’estate mettono certamente pressione, soprattutto dopo essersi posto l’obiettivo di arrivare al titolo di MVP, ma la sensazione è che davvero la squadra giocherà prettamente in sua funzione, prendendosi un rischio che però potrebbe rivelarsi vincente. Ora sta a lui consacrarsi come leader assoluto della franchigia, trascinandola a quella finale di conference per l’assalto ai Cavaliers campioni in carica.
A COSA PUNTARE – Risalire quante più posizioni possibile è il minimo per un roster costruito per dire la sua in un est ancora meno competitivo rispetto alla controparte, cercando di ottenere la miglior posizione possibile per affrontare i prossimi playoff.
IL PRONOSTICO – La regular season deve chiudersi con almeno una terza posizione in conference, per ottenere la sicurezza di evitare i Cavaliers almeno fino alla finale, a meno di exploit clamorosi. L’obiettivo dichiarato è proprio arrivare allo showdown con i campioni in carica, e l’impressione è che sia nelle loro corde.