La notte da leggenda di Anthony Davis
Certe volte le parole, come i numeri, sono del tutto superflui. Quasi inutili. Certe volte bisognerebbe solo stare in silenzio a osservare. E, alla fine, alzarsi in piedi e applaudire:
Certe volte, però, parole e numeri sono ugualmente necessari per dare un senso al termine “dominio”. Che, questa notte, ha fatto rima con Anthony Davis: 59 punti (24/34 dal campo, 2/2 da tre, 9/10 ai liberi), 20 rimbalzi, 4 assist e una stoppata ai malcapitati Detroit Pistons. Poco più di 43 minuti di impiego per mandare a referto una delle più grandi prestazioni all time nella storia della lega.
Negli ultimi quarant’anni, infatti, soltanto altri tre giocatori erano stati in grado di scrivere un 50+20. Si comincia nel 1982: il 3 febbraio, il grande Moses Malone fece 53+22 contro gli allora San Diego Clippers, spazzati via 122-106 dagli Houston Rockets. Devono passare quasi vent’anni per rivedere numeri del genere. Diciotto per la precisione. Il 6 marzo del 2000 toccò a Shaquille O’Neal (ri)scrivere la storia, vendicandosi dei Clippers (quelli trasferitisi a L.A.) che avevano osato fargli pagare i biglietti per gli amici invitati a bordo campo in occasione del compleanno del ‘Diesel’. Il quale, risentito, per tutta risposta ne mise 61 (con 11 schiacciate, una più tonitruante dell’altra) con 23 rimbalzi:
Tempo una stagione e già si devono aggiornare gli almanacchi: il 5 gennaio del 2001, infatti, Chris Webber spadroneggiò contro gli Indiana Pacers, con un 51+26 che non ammise repliche:
Poi tre lustri di attesa. Tante prestazioni ai limiti del 40+20 (come quella di DMC qualche sera fa contro i Nuggets) ma niente di anche solo lontanamente paragonabile a ciò che ha fatto Davis. Che rappresenta:
- il carrer high personale;
- il season high;
- il massimo mai fatto registrare da un 22enne dal 1963 ad oggi;
- il massimo per punti segnati dai 61 di Lebron James contro i Charlotte Bobcats il 3 marzo 2014
Ed ecco tornare alla mente le parole di Donnie Kirksey, head coach ad Hyde Park Career Academy: “If you’re good enough, they’ll find you wherever you are“, “se sei abbastanza bravo i tuoi compagni ti vedranno in qualunque parte del campo tu ti troverai”. Questo disse l’allenatore a un giovane Anthony Davis. Che in virtù del suo metro e ottanta giocava, con alterne fortune, da guardia per la squadra del liceo. Alto il giusto, dinoccolato, con dei curiosi occhialoni che ne facevno oggetto di scherno per compagni e avversari.
Nessuno poteva immaginare che, in linea di massima, sarebbe diventato questo. Nessuno tranne Donnie Kirksey. Il quale, c’è da scommetterci, una volte lette le cifre di questa notte, avrà sorriso sornione, come quelli che la sanno lunga.
Si coach. AD23 è diventato abbastanza bravo da farsi vedere ovunque sul campo. Da compagni e avversari.
p.s. ci sarebbe in realtà un quinto elemento. Che ha fatto 50+20 in 106 (CENTOSEI) occasioni nel corso della sua carriera. Il suo nome era Wilt Norman Chamberlain. M a qui, non si tratta nemmeno più di uomini.