LA LAVAGNA, speciale ECF: il dominio di LeBron dal gomito grazie all'Horns Rub
Per il nuovo appuntamento con La Lavagna di NBA24 occorre fare un passo indietro, in una delle pagine di storia moderne più incredibili: siamo alle ECF del 2012, al TD Garden di Boston dove va di scena la sesta partita della serie tra Heat e Celtics. Boston è avanti 3-2 e ribalta il fattore campo grazie ad una gara 1 enciclopedica di Pierce. Miami viene dalla delusione dell’anno precedente (anello ai Mavericks) ed è nuovamente con le spalle al muro, in uno degli elimination game più celebri del nuovo millennio. La partita è tesissima ma la risolve tale LeBron Raymone James che ne piazza 30 nel solo primo tempo con un errore dal campo e finirà quella stessa gara con 45 punti, 15 rimbalzi e 5 assist. Fu sostanzialmente una partita dove si isolò dal resto del mondo, giocando una serie di post medi dove la difesa gli proponeva proprio ciò che voleva l’allora HC dei Celtics Rivers. Male quella sera, decisamente. Alla fine del primo tempo, Federico Buffa esclama: “LeBron va a giocare in post e in post LeBron è il più grande giocatore mai inventato”. Perchè siamo partiti da questo concetto buffaniano? Molto semplice: la situazione offensiva che vorremmo illustrarvi oggi è relativa proprio al suo dominio in post, che sia media o che sia basso. Poco importa. Noi stiamo con Buffa e ora vi spieghiamo il perchè.
Nella quarta gara della serie tra Raptors e Cavaliers giocata all’ACC di Toronto, Cleveland ha iniziato il 4Q con un incredibile 11/11 dal campo, riaprendo una partita che ormai sembrava sepolta. Come ha fatto? Sempre con lo stesso gioco: Horns Rub. Affermare “sempre con lo stesso gioco” corrisponde al vero fino ad un certo punto perchè lo schema ideato da coach Lue ha un numero considerevoli di varianti. Andiamo a scoprirle insieme.
Come primo aspetto, iniziamo dal set di partenza e dal peculiare quintetto scelto: Dellavedova da playmaker, Shumpert da 2, LeBron da 3, Jefferson da 4 e Frye da 5. Delly in punta, i tiratori negli angoli ovvero sia il centro Frye e Shumpert, mentre LeBron e Jefferson occupano i gomiti dell’area (ovvero sia i vertici bassi del rettangolo nell’immagine). La prima mossa, comune ad ogni variante, è quella di far staccare leggermente James dal gomito per consentirgli una ricezione più agevole e, una volta che ha ricevuto, iniziano i movimenti in sincrono dell’attacco dei Cavaliers.
Come notiamo dall’immagine, dopo aver passato palla, il playmaker assume una posizione peculiare per la sua stazza, ovvero sia si pone alle spalle del difensore del numero 4 nel nostro caso Richard Jefferson. Tanto peculiare quanto strategica, perchè i blocchi di Dellavedova, per quanto siano note le sue misure, sono piuttosto efficaci. Dunque, LeBron con palla al gomito e da un lato il duo dinamico 1-4, dall’altro un duo più statico come quello formato dal 5 e dal 2.
Arriva il momento del blocco cieco (definito tale perchè non leggibile dalla difesa di chi sfrutta il blocco) di Dellavedova e il conseguente movimento di Jefferson che, se rispetta timing e spacing, può ricevere un passaggio che lo libererebbe da ogni ostacolo. Quindi, iniziano qui le tante varianti dello schema: come prima soluzione, naturalmente c’è il canestro il lay-up o in schiacciata del 4 (dipende da come le mani sapienti di James serviranno RJ). Qui possiamo parla di prima forma di dominio di LeBron: un giocatore di quella stazza, di quella corporatura che può lasciar andar via qualsiasi cosa dalle mani a quell’altezza è obbligatoriamente sinonimo di Greatness.
La seconda variante, probabilmente quella più amata dai Cavs e da coach Lue, prevede invece non un tiro immediato ma una lettura della situazione in relazione alla risposta, alla reazione della difesa. Non a caso i Cavs mandano un veterano lì e non JR Smith. La difesa, tendenzialmente, una volta fatto partire il passaggio collasserà in area, anche perchè parliamo da un lato di Biyombo/Valanciunas per Frye e da un lato di DeRozan/Ross per quanto riguarda Shumpert. Se la difesa si avvicina all’area, dunque, Jefferson dovrà solo assicurarsi di avere una buona linea di passaggio per mettere in azione la mano di Frye (57.1% da 3 in questi PO con 24/42) e quella di Shumpert (per eventuale tiro o partenza per battere una difesa fuori equilibrio).
Analizzate le prime due variabili dell’Horns Rub, cominciamo ad articolare la cosa e facciamolo ripartendo da James al gomito con palla, Dellavedova che blocca cieco e con Jefferson che sfrutta il blocco e va a posizionarsi sotto canestro. La linea rossa, seguendo la legenda, indica il possibile passaggio da fare ma non è detto che esso avvenga sempre. La difesa, dopo il secondo o terzo tentativi di esecuzione dello schema, può decidere di cambiare con Lowry (difensore del playmaker) non permettendo a LeBron il comodo passaggio visto in precedenza.
La prima variante dell’Horns Rub è la seguente: il passaggio non riesce e Dellavedova sale per ricevere un hand-off (passaggio consegnato) da LeBron James. Ovviamente, essendo una manovra corale, tutti dovranno adeguarsi alla variante e leggere le spaziature nel miglior modo possibile per non incappare in errore.
Una volta ricevuta palla, Dellavedova si incarica di eseguire un pick&roll con LeBron James da bloccante (auguri alla difesa!) e in questa immagine notiamo bene come la ricerca di una spaziatura migliore da parte di Richard Jefferson e da parte di Iman Shumpert sia di vitale importanza per garantire una buona riuscita del pick&roll.
Il roll di James, ovvero sia il movimento ad aprirsi verso l’interno del pitturato, è il più delle volte indifendibile viste le sue caratteristiche fisiche e tecniche. La difesa, obbligata a seguire Jefferson perchè ancora pericoloso e a star vicina ai tiratori Frye e Shumpert, lascerà l’area libera a LeBron che riceverà e vedrà, come nel caso di Jefferson, la miglior strada da prendere. Il più delle volte, come successo in gara 4, James preferisce finire al ferro sfruttando la propensione di Dellavedova al lob. Il play la alza, poi sarà compito dell’androide con il 23 recuperarla e farne buon uso.
L’ultima variante che vediamo è quella relativa non alla lettura del 3 e del 4 ma alla lettura del playmaker. Quando si struttura uno schema bisogna sempre pensare ad una via alternativa qualora quella proposta non potesse essere praticata e nell’immagine vediamo le diverse opzioni che ha Dellavedova a disposizione nel caso in cui il passaggio/lob a James venga negato dalla difesa. In rosso vediamo i possibili passaggi, in blu una possibile penetrazione.
Tutto parte da un giocatore che in post, medio o basso che sia, può dominare contro qualsiasi difesa. Lo ha fatto, lo farà e cercherà di portare i suoi Cavs più in alto possibile.