LA LAVAGNA - Gli Spurs, lo Scissor Cut e l'illusione del gioco in area
Come ogni mercoledì ritorna la nostra rubrica tattica, la nostra lavagna, per raccontarvi i segreti dei playbook con più successo nella National Basketball Association. Oggi, dopo un bel po’ di puntate, anche per celebrare la vittoria numero 1000 di uno stratega del gioco come coach Gregg Popovich, ritornano i San Antonio Spurs che, nonostante qualche sconfitta di troppo, continuano a giocare una pallacanestro celestiale. Oggi andremo a scoprire quello che in gergo viene definito “Scissor Cut” ovvero sia un taglio a forbice che illude la difesa per poi lasciar spazio ai cecchini che i texani hanno a disposizione. Le caratteristiche più specifiche le vedremo tra un po’ ma quello che ci preme dire è che ne vedremo ben 2 tipologie, quello che viene definito con hand-off ATO e quello con hand-off TOK. Anche se le nomenclature diverse possono dirvi poco o niente, scendiamo nei particolari per capire le due sfumature di uno schema semplicemente geniale.
Iniziamo dalla situazione di hand-off ATO. Aiutandoci anche con le immagini che ritroverete sotto questo blocco, iniziamo come sempre con la disposizione degli uomini in campo: il playmaker parte in punta, il centro sulla parte alta della lunetta, mentre il 3 si posiziona a centro area e il 4 occupa lo spigolo opposto del pitturato rispetto al lato che sceglierà il play. Il nostro eventuale Tony Parker, dunque, sceglierà un lato e senza esporsi troppo va nella direzione scelta, mentre il centro, dopo un finto blocco sale in punta e riceve. Nel frattempo il nostro numero 3, posto a centro area, blocca l’ala forte (4) che a sua volta salirà in direzione del nostro pivot. Simultaneamente, mentre la guardia blocca l’ala, il playmaker va nella direzione opposta a quella intrapresa dal nostro eventuale Boris Diaw. Una volta ricevuto, il numero 4 è al gomito della lunetta con la palla e in simil situazione di post alto. Nel frattempo, come seguiamo dalla sequenza delle immagini, il play guadagna l’angolo opposto rispetto al lato scelto all’inizio, e il bloccante va nella direzione dell’altro corner. Abbiamo tralasciato l’altro esterno, il numero 2 che è rimasto fermo per tutto il tempo. A questo punto il 5 porterà un blocco laterale al nostro 2 che prima sfrutterà il blocco e subito dopo prenderà il consegnato (hand-off) dalle mani dell’ala forte. Arrivato a centro area ha due scelte: o attaccare il ferro (nel caso di Ginobili è la scelta preferita vista la differenza impercettibile nell’utilizzo delle due mani) oppure scaricare per Parker (1) o per Leonard (3) nei due angoli. Questa soluzione offensiva può illudere la difesa in più sensi: può camuffare un attacco teso a voler tirare da fuori ma allo stesso tempo può celare l’arma più importante degli Spurs, ovvero sia le perfette spaziature e l’utilizzo eccezionale degli angoli, proprio il posto in cui c’è il tiro da 3 qualitativamente migliore. Non ci sarebbe bisogno di specificarlo, ma uno degli elementi fondamentali di questo schema è il timing di esecuzione di ogni singolo movimento: dal taglio, o meglio dai tagli a forbice, ai passaggi, al momento del blocco fino alla partenza nel mettere palla a terra. Il giusto timing in questa occasione specifica è di vitale importanza.
Situazione molto simile è lo Scissor Cut con hand-off TOK, ovvero sia la seconda sfumatura del predetto taglio a forbice. La partenza è, però, diversa rispetto al primo tipo. La prima novità è questo set offensivo si giocherà con lo “small ball” di lebroniana memoria. Dunque, avremo un solo centro di ruolo e 4 esterni. Per intenderci meglio e non confonderci con i numeri, useremo Leonard come numero 4 mentre l’1 resterà Parker, il 2 Manu Ginobili, il 3 Danny Green e il 5 Tim Duncan. Qui abbiamo il playmaker su di un lato e la guardia sull’altro, sulla stessa linea parallela alla line di fondo per intenderci, l’altro esterno, ovvero sia il 4, occupa l’angolo opposto al playmaker, mentre il 5 si posizionerà sulla linea della carità. Scelto un lato, il playmaker passa la palla al centro che la proteggerà spalle a canestro. Danny Green e Tony Parker effettueranno il taglio a forbice, ovvero sia un giocatore taglia alla destra di Duncan, mentre l’altro alla sua sinistra. Naturalmente, se il playmaker sceglie il lato destro, l’angolo sinistro sarà occupato e, dunque, dopo il taglio, Leonard si riposizionerà sul prolungamento della linea del tiro libero. Subito dopo il taglio, si aziona l’altro esterno, Manu Ginobili, che riceverà hand-off da Duncan e piazzerà o il tiro da 3 punti, nel caso il centro sia salito di qualche metro, oppure il jumper dalla media distanza. Valgono gli stessi principi dell’altro set: timing perfetto, giusti cambi di velocità e perfette spaziature durante l’esecuzione. Tanto geniale quanto semplice? La vera materia e il giusto mix per il quale va pazzo Gregg Popovich!