LA LAVAGNA - "Curl Post Set": non mandate i Suns in post basso
L’efficacia dal post basso è uno dei pilastri della pallacanestro Nba. Tante squadre hanno costruito i propri successi potendo contare sui grandi giocatori di post, in grado indifferentemente di creare per gli altri o concludere in prima persona partendo spalle a canestro. Ma l’avere un Olajuwon piuttosto che un Nowitzki non è la “conditio sine qua non” per eccellere in questo fondamentale del gioco: spesso, infatti, basta avere una buona organizzazione di squadra e giocatori in grado di sincronizzare i propri movimenti.
Prendete i Phoenix Suns ed il loro “Curl Post Set”, serie di giochi a tre che coinvolgono il playmaker e i due lunghi in campo. Con il primo in possesso di palla i secondi devono sincronizzare il medesimo movimento a ricciolo per mandare fuori giri le rotazioni difensive degli avversari. Comincia quello solo nominalmente più vicino al canestro che si porta in punta per ricevere palla: contestualmente l’altro opera, a sua volta, un “curl” che lo metta in condizione di ricevere fronte a canestro per una comoda conclusione da sotto.
In caso di lettura preventiva da parte della difesa dopo il primo “curl”, il secondo lungo può anche operare un taglio backdoor per sfruttare il suggerimento del playmaker. Ma non solo. Il movimento del lungo numero due può anche fungere da specchietto per le allodole in modo da attirare le attenzioni dei difensori e aprire lo spazio per la penetrazione centrale del compagno che riceve in punta.
Figurarsi se ci fosse un “simil Olajuwon”. Con tutto il rispetto per Plumlee e i gemelli Morris.