La forza di Kerr: quando Curry non c'è, i Warriors ballano
Doveva essere il protagonista principale dei suoi, il primo a dare battaglia a LeBron James ed ai Cavaliers. In realtà, almeno per i primi due episodi, le Finals di Steph Curry sono al di sotto di quello che ci si aspettava. Oddio, rispetto a Gara 1 ed ai soli 11 punti messi a segno con un demoralizzante 4/15 dal campo, la Gara 2 di Steph è di certo più rassicurante; il numero 30 di Golden State ha stanotte messo a segno 18 punti con un più concreto 7/11 dal campo e soprattutto un 4/8 da tre che certifica la sua buona prestazione.
All’esordio in Gara 1, Curry era rimasto “nell’ombra” (per voler essere buoni), dei compagni, ben accompagnato dall’altro elemento degli Splash Brothers, quel Klay Thompson autore di 9 punti e disastroso al tiro proprio come il compagno. A salvarlo erano stati i compagni di squadra; Iguodala, Green, soprattutto Livingston. Quando Curry non è in serata, il sistema dei Warriors viene alla luce perfettamente e mette in evidenza tutti i limiti delle squadre avversarie. Non sono le bombe da lontanissimo del prodotto di Davidson o di quello di Washington State ad ammazzare le contendenti che trovano lungo il cammino, ma tutto il sistema organizzato alla perfezione da Steve Kerr in questo biennio ad alti livelli.
Anche stanotte Curry, seppur dominante in alcuni passaggi chiave del match con giocate che hanno segnato strappi decisivi per allungare sui Cavs, è sembrato non premere troppo col piede sull’acceleratore. Non ha cercato forzature ed anzi ha lasciato che fosse la partita a cercare lui. Nel frattempo, però, con 9 rimbalzi ed anche 4 assist, è risultato fondamentale per tutti gli altri. In Gara 2 è stato Draymond Green ad approfittarne, con l’ex Michigan State a fare la differenza su entrambi i lati del campo; 28 punti con 11/20 dal campo e soprattutto un incoraggiante 5/8 dietro l’arco che ha spazzato via Cleveland.
Kerr, grazie anche al distacco accumulato nell’arco delle prime tre frazioni, ha poi premiato anche tutti gli altri elementi del roster; Iguodala e Livingston, ma non solo, perché il match l’hanno finito i vari Speights, Rush, Ezeli, Barbosa. Tutta la panchina di GS ha saputo approfittare del momento del match per mettere la propria personalissima firma. Così come avevano fatto tutti gli altri, quelli che di solito vengono oscurati dal talento immenso di Curry e che in questi primi due episodi della serie finale hanno saputo trainare i Warriors alla vittoria, con il titolo che ora dista due vittorie.