Kyle Korver e Gerald Green stendono Jazz e Nets. Irreale vittoria dei Trail Blazers a Denver: 84 punti nel primo tempo!
UTAH JAZZ @ ATLANTA HAWKS 97 – 100: Philipis Arena di Atlanta, GA. Il match è tra due squadre che mostrano di avere un buon potenziale ma che, con i tanti o forse troppi punti interrogativi, rischiano di non sfruttarlo al meglio. Hawks (3-3) e Jazz (3-5) sono pronte a darsi battaglia. Prima di iniziare, clamoroso errore ancora una volta su un cognome di un giocatore: stavolta la vittima è Millsap o, per la NBA, MILSAP. In un desolante semivuoto palazzo, la partita è molto piacevole e offre molti spunti: dalla schiacciata di Favors per il +4 Jazz al grande equilibrio del primo quarto (32-32). Nella seconda frazione Utah mostra una pallacanestro migliora e vola sul +11 grazie ad un Favors molto positivo. La scossa per gli Hawks sembra arrivare quando sul retro della maglia Millsap ha il suo vero cognome. La rimonta è guidata dall’ex di turno che prima da 3 e poi con una bellissima schiacciata in penetrazione riporta i suoi sul -1. Il vantaggio arriva a 3’’ dalla fine del primo tempo con l’ennesima schiacciata dei padroni di casa, firmata da Jeff Teague. Il terzo quarto è ancora il quarto dei Jazz che con 8 punti di Burks e 35 totali vinceranno il quarto e condurranno con 8 lunghezze (97-89) di vantaggio fino a 4:30 dalla fine. La risposta è ancora dell’ex Millsap che in penetrazione crea danni ingenti alla difesa. Ancora rimonta ma ancora vantaggio Jazz 97-95 a 1’ dalla fine, prima tripla, ignorante se ce n’è una, di Kyle Korver che spara da 8 metri e sente, come sempre, solo il rumore della retina. Con 2.5’’ Utah ha la possibilità di pareggiare ma fallisce in maniera piuttosto evidente il tentativo di Trey Burke. Finale ad Atlanta: 97-100 Hawks che con un parziale di 11-0 in 4:32 vincono la partita. Male i Jazz con soli 9 punti nell’ultimo quarto.
UTAH JAZZ (3-6): Hayward 11, Favors 20, Kanter 16, Burks 22, Burke 11 + 11 ASS, Exum 2, Booker 10, Gobert 3, Ingles, Clark 2, Novak.
ATLANTA HAWKS (4-3): Sefolosha 10, Millsap 30 + 17 RT, Horford 8, Korver 17, Teague 20, Antic 6, Bazemore, Schroeder 5, Muscala 4, Mack.
PORTLAND TRAIL BLAZERS @ DENVER NUGGETS 130 – 113: UNREAL. È questo l’unico aggettivo per la partita. Raccontare quel che è successo non servirebbe perché non racconterebbe la portata dell’evento. Se c’è una squadra pericolosa ad ovest, e dopo stanotte le conferme sono più che nette, quella è Portland. La partita finisce nei primi 24’ dove i TrailBlazers mettono a segno una serie di record spaventosi: mandano 5 giocatori in doppia cifra già all’intervallo, tirano col 61% dal campo e totalizzano la bellezza di 84 punti, sfiorando il record di 86 del 25 marzo 2011. 39 nel primo e 45 nel secondo, chiudendo definitivamente con 16 triple (5/6 di Lillard) e il 48.5% dall’arco. Una partita che resterà impressa nella mente dei tifosi della Rip City per molto tempo, mentre Denver deve arrendersi, succube di una serata troppo UNREAL per provare a fermare i Trail Blazers (alla 3 W di fila). C’ha provato TY Lawson con i suoi 32 punti ma non sono bastasti. 130 i punti realizzi dopo 48’ di gioco, una performance che si iscrive nel libro dei record della franchigia dell’Oregon. Nella serata in cui gira tutto bene, Lillard mette a segno il massimo in stagione di assist (9), aggiungendo 27 punti e 5 rimbalzi. Denver continua la striscia negativa, arrivando a 6 sconfitte consecutive. Siamo where amazing happens e queste testimonianze non fanno altro che dar credito ad uno degli sloga più adatti a questa lega e a questi giocatori.
PORTLAND TRAIL BLAZERS (6 – 3): Lillard 27, Crabbe 7, Aldridge 12, Lopez 19, Matthews 12, McCollum 15, Kaman 16, Blake 6, Barton 6, Freeland 2, Leonard 5, Wright 3, Roberson.
DENVER NUGGETS (1 – 6): Chandler 11, Faried 10, Mozgov 6, Afflalo 4, Lawson 32, Arthur 10, Foye 3, Hickson 14 + 11 RT, Gallinari 9, Robinson 3, McGee, Gee 5, Nurkic 6.
BROOKLYN NETS @ PHOENIX SUNS 104 – 112: partita della verità per i Nets che arrivano in Arizona dopo una turbolenta vigilia scossa dalle accuse, neanche tanto velate, di JJ, Joe Johnson, colpevolizzando la squadra di essere troppo egoista. L’US Airways Center è uno dei campi più ostici ma i ricordi dello stesso JJ sono molto recenti, quando con quel contropiede + layup regalò a Brooklyn la vittoria sulla sirena. L’inizio in quarta per i Nets la dice lunga sulla voglia di riscatto degli uomini di coach Hollins e, guidati da Johnson, gli ospiti mettono a segno un bel parziale di 29 – 17. I Suns sembrano un pochino impacciati e sbagliano tanto nel primo tempo e coach Hornacek è costretto a pescare il jolly dalla panchina, nella speranza possa migliorare l’opaca prestazione dei titolari. Il jolly nello specifico si chiama Gerald Green che inizia a far malissimo alla difesa bianco-nera. Arriva l’intervallo per fortuna di Brooklyn che spezza il mini-break di Phoenix e si va negli spogliatoi col punteggio di 65-49. Si fa sentire probabilmente coach Hornacek e i Suns cambiano completamente volto: Bledsoe attacca il ferro con decisione e Dragic aggiusta la mira dall’arco, incrementando un parziale di 18-4. Unica consolazione per i Nets, in sbandata incontrollata, è la tripla sulla sirena di Bogdanovic che regala il momentaneo +6. Phoenix sembra averne di più e Gerald Green con 5’ da giocare firma il primo vantaggio della serata (92-93. I padroni di casa alzano il volume della radio anche in difesa, ripartendo puntualmente in contropiede. Nel finale sarà decisivo anche Thomas con le sue incursioni ma la giocata della partita è di Green, stavolta in difesa, con una palla rubata che manda al ferro Dragic per il definitivo +7. Game, set & match: sesta vittoria Suns, terza sconfitta Nets, 104-112.
BROOKLYN NETS (4 – 3): Johnson 21, Garnett 12, Lopez 16, Bogdanovic 14, Williams 14, Teletovic 16, Jack 8, Plumlee 1, Anderson 2, Kirilenko, Gutierrez, Jefferson.
PHOENIX SUNS (5 – 3): Morris 6, Morris 9, Plumlee 8, Dragic 18, Bledsoe 11, Tucker 6, Len 5, Tolliver, Thomas 21, Green 28