Jordan, Crawford e la panchina: Clippers, ora o mai più per cominciare a vincere
Un futuro che a questo punto è anche difficile da definire. Un presente che vive lo stesso stato di cose. Sempre nel limbo, sempre a un passo dal salto di qualità. Così, i Los Angeles Clippers si ritrovano al punto di partenza, senza aver aggiunto nessun tassello aggiuntivo, rispetto alla precedente stagione, che si è conclusa come quella attuale a metà maggio, al secondo turno dei Playoffs.
E’ normale interrogarsi sul perché di questo stato di cose. Un quintetto ben oliato (è lo stesso da due stagioni, ndr), composto da tante individualità interessanti, con un coach secondo probabilmente solo a Popovich nella Lega per esperienza e conoscenza della materia. Il problema, che sulla carta non lo sarebbe stato, è la panchina: i fedelissimi di Doc non sono più quelli di un tempo e non sempre sono l’alternativa migliore sul mercato. La scelta di firmare a quelle cifre (oltre 5 milioni l’anno) Spencer Hawes, che ai Playoffs ha visto veramente poco il campo, potrebbe rendere più difficoltoso compiere quegli accorgimenti necessari. La mancanza di un alternativa valida a Matt Barnes, costringe spesso Rivers a schierare Crawford come ala piccola, una situazione che difensivamente parlando spesso si traduce in un problematico mismatch. Turkoglu, Hudson, Jones sono praticamente giocatori di contorno in una rotazione fatta di troppi pochi elementi. Poi ci sarebbero Rivers figlio e Davis, con il ruolo più oneroso di sostituire le stelle della squadra, che tutto sommato adempiono in modo discreto.
La fortuna degli angeleni è che il tempo non manca. Per il prossimo biennio, infatti, i Clippers potranno contare sul nocciolo duro della squadra: Paul, Redick e Griffin. Ma, per gli altri, bisogna sciogliere le riserve e capire realmente chi trattenere. Su tutti, DeAndre Jordan. Il centro, infatti, dal 1° luglio sarà free agent. Forte della considerazione che ha nello spogliatoio, in cui è presente dal 2008, e dell’apprezzamento di Rivers, il giocatore non sembra intenzionato a cambiare aria ma andranno valutate le sue pretese economiche. Con questo stato di cose, infatti, Jordan può chiedere un quadriennale da 80 milioni o addirittura un quinquennale al massimo salariale da 108 milioni di dollari. Un contratto che inevitabilmente riproporrebbe l’annoso problema della profondità del roster. La speranza degli addetti ai lavori è quella di poter riproporre le cifre del precedente contratto, che si aggirano sugli 11 milioni, così da poter approfittare dell’ulteriore spazio che sarà concesso alle squadre per il nuovo contratto sui diritti televisivi.
Oltre a Jordan, c’è anche un altro nodo da sciogliere, relativo a Jamal Crawford. In estate, infatti, i Clippers dovranno decidere se esercitare o meno la team option sul contratto della guardia, che gli garantirebbe un altro anno a 5,6 milioni. Ma non è solo su Crawford che vanno prese delle decisioni. In scadenza ci sono anche Davis, Turkoglu e Rivers. Insomma, c’è tutto il necessario per quella che si prospetta come un’ultima chiamata, per i Los Angeles Clippers.