Joe Ingles: "Non penso minimamente al ritiro, continuerò a giocare in NBA"
Dopo il pesante infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro che lo ha costretto anzitempo a terminare la sua stagione, l’ala trentaquattrenne degli Utah Jazz Joe Ingles ha rilasciato un’intervista a ESPN rendendo chiare quelle che sono le sue intenzioni in questo momento complicato:
“La mia carriera non finirà così, non ho alcun dubbio sul fatto che possa ancora giocare in NBA e dare il mio contributo in campo” – ha dichiarato l’australiano – “Non sono certo il primo giocatore a dover fare i conti con un problema del genere alla mia età. Prima che arrivassero i risultati della risonanza magnetica temevo seriamente che potesse essere un infortunio ancora più grave del crociato”.
“Tutti sanno che il mio stile di gioco non si è mai basato più di tanto sull’atletismo o le schiacciate spettacolari “ – prosegue Ingles” – “Quindi non credo che il mio rendimento risentirà molto di questo infortunio quando potrò tornare in campo”.
Il nr. 2 dei Jazz tuttavia non ha negato la possibilità che quella contro i Timberwolves di domenica scorsa possa essere stata la sua ultima partita con la franchigia di Salt Lake City, di cui fa parte ormai da 8 stagioni. Prima dell’infortunio il giocatore era al centro di alcuni rumors di mercato, e il suo contratto da 14 milioni di dollari scadrà questa estate: “Se il front office dovesse decidere di scambiarmi altrove per firmare qualcuno che possa aiutare la squadra a migliorare le sue prestazioni, lo accetterei senza problemi, non mi offenderei. Ho un legame speciale con questa franchigia, mi trovo benissimo con tutti e sono sempre stato soddisfatto delle opportunità che mi sono state offerte, ma sono anche consapevole di quanto sia importante il lato economico e dei guadagni”.
Tornando sul suo futuro, in chiusura dell’intervista, Ingles ribadisce ancora una volta la sua volontà di tornare a giocare in NBA una volta guarito dall’infortunio: “Amo giocare a basket e non penso minimamente a spostarmi in altri paesi o campionati. Questo è il mio posto, lo stop rappresenta sicuramente un ostacolo ma ho molta fiducia nella mia etica del lavoro”.