Impresa Chicago alla Oracle Arena, vittorie in trasferta anche per Toronto e Milwaukee su Indiana e Miami
Chicago Bulls @ Golden State Warriors 113-111
Eccola la vera impresa di giornata! Dopo 19 vittorie consecutive casalinghe, i Golden State Warriors cadono a discapito dei Chicago Bulls dopo un supplementare. Questa lunga maratona parte con le difese non proprio al massimo dei propri livelli: dopo 4’ di gioco, il punteggio recita 19-12 per i Warriors, trascinati da Thompson. Dall’altra parte, è Rose a farla da padrone: non a caso, la sua partita può diventare un crocevia per la sua carriera. L’attacco di Golden State macina gioco e punti, anche grazie a David Lee, che sopperisce all’influenza di Bogut in difesa: i padroni di casa scollinano la doppia cifra di vantaggio a metà del secondo quarto ma con sacrificio chiudono a -5. Il terzo quarto è un manifesto del Rose attuale: tanto volenteroso in difesa (limiterà Curry a “solo” 21 punti e 9 assist) e pasticcione in attacco (le perse saranno 11, suo massimo in carriera). La difesa dei Bulls inizia a salire di livello ma la troppe palle perse portano i Warriors sul +11 grazie al canestro di Lee su assist fantascientifico di Curry. L’imprecisione al tiro da fuori di Golden State alla lunga penalizza i padroni di casa, che trovano di fronte un grande Mirotic, molto solido in difesa ed ispirato in attacco ed è Gasol, anche lui in ottima giornata, a firmare il -1. A 24” dalla fine Rose sbaglia l’arcobaleno del vantaggio, sul rimbalzo offensivo Noah tira precipitosamente e sbaglia; sul rimbalzo Curry perde una palla davvero sanguinosa e Rose offre ad un liberissimo Hinrich la tripla del +2. Nel possesso finale gran difesa Bulls che impedisce la ricezione a Thompson e Curry, Iguodala sbaglia la bomba del sorpasso ma Green vola più in alto di Gasol e Noah per il tap-in del pareggio: overtime! Ed in un supplementare dalle polveri bagnate, sul 111 pari a 10” dalla fine, isolamento di Rose contro Thompson, palleggio sul centro di Rose, gran difesa di Klay ma fade-away magistrale di Rose: bentornato Derrick! E’ il canestro della vittoria, dato che Thompson, battendo il recupero di Gasol, si costruisce un eccellente tiro ma sbaglia il suo arcobaleno. Per Rose, era dal 15 Aprile 2012 che non collezionava almeno 40 minuti e 30 punti. Per i Bulls, quest’anno citati spesso per non essere sembrati una squadra da titolo, un gran segnale di solidità. Per i Warriors, una sconfitta che non interrompe un cammino finora splendido ma che apre a due domande: nei play-off, quanto sarà importante la presenza di Bogut (oggi assente per febbre)? Ed Iguodala, oggi davvero nullo, è davvero il sesto uomo giusto per vincere il titolo?
Chicago Bulls: Snell 8, Gasol 18 (16 rimb.), Noah 18 (15 rimb.), Hinrich 5, Rose 30, Gibson 10, Moore 2, Mirotic 12, Brooks 10.
Golden State Warriors: Barnes 12, Green 10, Speights 10, Thompson 30 (10 rimb.), Curry 21, Lee 24, Holiday 2, Iguodala, Livingston 2, McAdoo.
Toronto Raptors @ Indiana Pacers 104-91
Toronto non è più la squadra che nei primi due mesi di stagione regolare dominava l’Eastern Conference, Indiana non è la squadra che lo scorso anno arrivò ad un passo dalle Finals; ma basta poco ai canadesi per battere i padroni di casa al Bankers Life Fieldhouse ed arrivare alla 30° vittoria in stagione. Nel primo quarto le futili palle perse dei Raptors portano Indiana a facili contropiede, con Stuckey pronto a rimpinguare il suo bottino. Nel secondo quarto, ecco sprazzi dei veri Raptors: Lowry e Ross trascinano la squadra in rimonta, passando dal -7 del primo quarto al +6 dell’intervallo: basta soltanto eseguire i giochi d’attacco e correre in contropiede; emblematico, dopo il canestro subito, il canestro che porta al facile alley-oop tra Lowry e Ross. Gli ultimi due quarti hanno poco da raccontare: Toronto scappa in doppia cifra di vantaggio ad inizio terzo parziale e non si fa riavvicinare; è Lowry con un canestro dal post (passando in mezzo a due difensori) e con un tiro da tre punti a scavare il solco ed è DeRozan ad evitare tutti i tentativi di rimonta. Per Indiana, oltre al già citato Stuckey, bene anche i due Hill; Hibbert, nonostante i suoi 11 punti, appare ancora non motivato e, dunque, non certo il giocatore delle ultime due stagioni.
Toronto Raptors: DeRozan 24, A. Johnson 6, Valanciunas 6, Vasquez 7, Lowry 19, Patterson 13, Williams 14, Hansbrough 4, Ross 11, Stiemsma.
Indiana Pacers: S. Hill 15, West 11, Hibbert 11, Stuckey 22, Watson 7, Mahinmi 2, Hill 13, Rudez 5, Scola 2, Sloan, Allen 3, Copeland.
Milwaukee Bucks @ Miami Heat 109-102
Bella vittoria esterna dei Bucks, che con una grande accelerazione nell’ultimo quarto battono i Miami Heat che superano la soglia del 50% di vittorie; per Miami invece, sconfitta sanguinosa contro una squadra che è avanti nella corsa play-off. Ospiti d’eccezione in prima fila: sono presenti infatti Mayweather e Pacquiao, ovvero i protagonisti della boxe mondiale. Primi due quarti davvero equilibrati, con Milwaukee che fa circolare davvero bene la palla e Miami che sfrutta i contropiede di Wade ed un Bosh in giornata. Nel terzo quarto gli Heat partono bene, con i contributo di Chalmers, Granger ed un’altra super partita di Whiteside (16+16); ma, proprio nel momento migliore, ecco l’infortunio di Wade, che vanno a sommarsi con le assenze di Deng e di Andersen. I Bucks, arrivati fino a -10, non stanno certo a guardare e risalgono, guidati dalla forza del collettivo che porta ben 7 giocatori in doppia cifra: è Mayo a guidare la rimonta con i suoi canestri e l’assist del pareggio per Henson ed è Bayless a scavare il distacco decisivo con la tripla ed il jumper dal centro dell’area.
Milwaukee Bucks: Antetokounmpo 13, Ilyasova 4, Pachulia 4, Middleton 17, Knight 17, Mayo 14, Dudley 11, Bayless 15, Henson 12, Martin 2.
Miami Heat: Granger 14, Bosh 26, Whiteside 16 (16 rimb.), Wade 12, Chalmers 21, Napier 2, Haslem 2, Williams, Ennis 2, Cole 7.