Il rapporto qualità/prezzo: le migliori e le peggiori ali piccole
Quei famosi 24 miliardi di dollari, distribuiti in 9 anni, che l’NBA percepirà dalle reti televisive hanno fatto saltare in banco. L’innalzamento del tetto salariale previsto per la stagione 2016/2017 ha portato alla formazione di contratti che stridono parecchio, se si considera il rapporto qualità/prezzo. Pertanto, andiamo ad analizzare ruolo per ruolo il migliore e il peggior contratto che risulta dopo questa free agency. Adesso è il turno delle ali piccole.
IL MIGLIORE: Paul Pierce
Avercelo in squadra! E il vecchio Doc non se l’è fatto dire mezza volta in più. Nuovo contratto da 3,3 milioni all’anno per questa stagione e la prossima sicuramente, per un giocatore che difensivamente dice la sua, ha chiuso con 12 PPG, e oltre il 52% da tre ai Playoffs. Insomma, non ci sono giocatori clutch come lui nella Lega; probabilmente, è proprio quello di cui i Clippers avevano bisogno.
Menzione di merito: Trevor Ariza
Altro gregario di quelli che fanno quadrare i conti di una squadra. Un tiratore perimetrale sugli scarichi eccelso, tanto che più di una volta ha cavato Houston dagli impacci: la mano infatti gli trema molto raramente. 12.8 punti di media, al moderato costo di 8,2 milioni all’anno. Va citato, nelle menzioni, anche Kevin Martin (6,7 mln all’anno, 20 punti di media – anche se ha giocato solo metà stagione).
IL PEGGIORE: Carmelo Anthony
Non ce n’è voglia, ma non riusciamo a trovare nulla di salvabile. Un super stipendio che limita la squadra da quasi 30 milioni di dollari, una buona parte di stagione passata in infermeria, quasi 23 punti di media quando ha giocato. Eppure i Knicks sono sprofondati quest’anno. Forse forse l’innalzamento del salary cap permetterà a Melo e compagni di riuscire a mettere insieme una buona squadretta. Forse.