ICYMI - Three-rific!
Fu Ethelda Bleibtrey, nuotatrice statunitense da 3 ori olimpici, nel lontano 1920 a dire che “i record sono come le bolle: scompaiono velocemente“. Trasportando il concetto a quasi un secolo di distanza, possiamo dire di essere d’accordo in parte con quanto riportato alla fine delle Olimpiadi di Aversa. I record non sono niente altro che numeri mai visti prima, qualcosa che nessuno ha già avuto modo di vedere. C’è poi chi preferisce un approccio di tipo spirituale, perchè in fin dei conti superare dei record equivale anche ad andare oltre sé stessi, oltre il limite della propria immaginazione. Concetti teorici senza dubbio affascinanti ma qual’è la realtà? La realtà la dimostrano i Cleveland Cavaliers delle Eastern Conference Semifinals 2015-16.
Prima i numeri, poi le relative discussioni: 77 triple su 152 mandate a bersaglio; 50.7% da 3 nella serie; 5 giocatori sopra il 50% da 3 punti; 15 su 21 in gara-1, 25 su 45 in gara-2, 21 su 39 in gara-3 e 16 su 37 in gara-4; 19.2 triple a gara. Numeri che non aiutano l’ancoraggio con il reale. I sistemi di gioco stanno migrando verso una direzione sempre più estrema e se nello stesso roster si riescono a metter su questi numeri, le chance di vittoria salgono. Dal generale, dai numeri di squadra ai numeri individuali:
– JR Smith: 30 tiri totali nella serie, 28 sono da 3 punti. 14 le triple a bersaglio, chiudendo con 50% tondo. Forzando ma segnando, tirando quando ha avuto spazio e anche quando non era nemmeno pensabile. In equilibrio e fuori equilibrio. Sempre e quasi sempre dentro.
– Kevin Love: il giocatore che ha tirato più da 3 (40 tiri) e il giocatore che ha segnato di più (19), chiudendo con un 47.5% che non dice tutto sull’effettivo peso specifico dei suoi canestri. Tira meglio da 3 che da 2, spesso forza da sotto mentre da 3 sul pick&roll con LeBron è praticamente una macchina. Gara 4 da incorniciare e prima finale conquistata.
– Kyrie Irving: 12/18 e potremmo fermarci qui ma andiamo oltre. Un irreale 66.7% da 3, record NBA (almeno 10 tiri) e una facilità di raccolta e rilascio disarmanti. Triplice minaccia costante e pericolosità a livelli mai visti prima.
– Channing Frye: oltre gara 3, oltre l’impatto nel terzo atto della serie. Chiude con 57.9% da 3, con 11/19 dall’arco e un ruolo fondamentale in uscita dalla partita. Da quando la serie si è spostata in Georgia, faceva più notizia un suo errore che un suo canestro.
– Iman Shumpert + Richard Jefferson: meno utilizzati rispetto agli altri ma autori di un 9/12 combinato di tutto rispetto. RJ sbaglia solo una volta (5/6) e si fa trovare al momento giusto nel posto giusto. LeBron e Kyrie lo premiano puntualmente e lui fa il suo. Shumpert meno propenso al tiro da 3 ma mettere 4 triple su 6 dopo che in stagione regolare tiri 46/146 (29.5%) iniziare una serie così è un discreto regalo.
Il tiro dalla lunga distanza è stato senza ombra di dubbio la chiave della serie ma il modo in cui i Cavs sono arrivati a segnare così tanti tiri da 3 non è casuale. Spesso coach Lue ha utilizzato James da 4 e quasi sempre – se non in situazioni in cui portava palla – da bloccante. Il roll di un giocatore come James obbliga la difesa a collassare e, quindi, a lasciare su perimetro giocatori con le cifre di cui sopra. Un affare non far entrare LeBron in area? Lo scorso anno è stata la mossa vincente per i Warriors ma se sul perimetro hanno tiratori che segnano con questa spaventosa regolarità, il game plan generale cambia. Nel terzo quarto di gara 4 la difesa Hawks ha subito 4 triple fotocopia da Love: pick&roll centrale tra LBJ e Irving, James fa chiudere la difesa e ha la possibilità di scaricare a Kyrie o a Love in angolo. Premiato il californiano più spesso, perchè il tiro piedi a terra è il marchio di fabbrica. Da che parte vuoi farti più male? James nel pitturato o i tiratori da 3? Ai prossimi avversari l’ardua sentenza.