I Portland Trailblazers ancora nel segno di CJ McCollum
Estate di delusioni in Oregon? Non ditelo a coach Stotts, perchè la risposta sarà sicuramente negativa. Dopo aver affidato interamente le chiavi della città a Damian Lillard, la Rip City ha un nuovo co-proprietario in campo: viene dall’Ohio (una vera e propria fabbrica di talenti), è un classe ’91 ed è stata decima scelta al draft del 2013. E’ sempre stato un grandissimo realizzatore ma non appena ha messo piede tra i professionisti ha dovuto combattere per un posto contro gente come Batum, Matthews e lo stesso Lillard. Dopo questa estate, viste le rinunce del francese, del tiratore attualmente ai Mavs e di un mangiatore di palloni come Aldridge, coach Stotts non ha esitato minimamente: l’uomo su cui puntare tutto è CJ McCollum.
In un inizio di stagione sorprendente, ha diviso lo scettro con il #2 dei Trailblazers, affermandosi come seconda bocca di fuoco di Portland. I numeri della sua evoluzione ve li abbiamo raccontati ma sono quelli dei suoi miglioramenti che ci sorprendono: passare da fare 3 partite da titolare su 100 partite (nei primi due anni di NBA) a farne 35 su 35 quest’anno non è roba da poco, specie se migliori oltremodo e oltremisura i tuoi numeri. Attualmente sono 21 i punti di media con il 45% dal campo e un ottimo 40.6% dall’arco dei 3 punti. Tira in media già 13 volte in più rispetto alle prime due stagioni e ha già (dopo appena 35 gare) il doppio dei tiri della scorsa stagione. Numeri, solo numeri? No, perchè ce ne sono tanti altri che raccontano i miglioramenti di un giocatore che tiene tanto a questo ruolo e che non vede l’ora di ripagare la fiducia che la franchigia, l’allenatore e soprattutto i compagni hanno riposto in lui. Il fatto che per lui garantisca Damian Lillard la dice lunga sul suo talento e sul margine di miglioramento. Come esempio chiaro di questa ascesa, basti pensare al record raggiunto stanotte: è il quarto giocatore della Lega a realizzare 4 partite consecutive con almeno 25 e tirando con il 50% dal campo. Gli altri 3 sono Stephen Curry, John Wall e il suo compagno di merende a Portland. Una crescita esponenziale per un giocatore che lo scorso anno vedeva il campo per poco più di 15 minuti. Nell’ordine: nella vittoria contro Sacramento realizza 35 punti con 14/28 dal campo (50%); nella vittoria su Denver ne mette a segno 29 con 12/19 dal campo (63.1%); nella sconfitta con i Jazz arrivano 32 punti con 13/26 dal campo (50%); nella vittoria di stanotte contro il nostro Danilo Gallinari arrivano 25 punti con 10/17 dal campo (10/17). Almeno in lizza per il Most Improved Player.