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I New York Knicks hanno rinunciato a Jeremy Lin per problemi difensivi

Jeremy Lin e New York City. New York City e Jeremy Lin.
Si sono già incontrate le due parti, eppure si erano giurate amore perchè erano (per qualche mese) l’una e l’altra contemporaneamente: i Knicks erano dipendenti da quella che fu nota come Linsanity, Lin era il simbolo della rinascita di una squadra che non ha permesso a NYC di essere seriamente messa sulla mappa NBA. Il futuro, poi, è bizzarro e si diverte a mischiare le carte quando meno te lo aspetti. “Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano” canta l’intramontabile Venditti ma non sempre i cantautori ci azzeccano. In questa rovente Free Agency si è spesso accostato il nome di Lin ad un clamoroso ritorno alle origini, in quella città dove tutto iniziò. La dirigenza dei Knicks, però, ha sempre smentito ogni tipo di contatto avuto con il giocatore, definendosi più e più volte uninterested ai talenti del ragazzo. I motivi sono tanti ed uno potrebbe essere individuato con un nome, un cognome e un numero: Carmelo Anthony #7. Non che Melo sia un problema per i Knicks, sia chiaro: la “tiepida attenzione” (fu definita così all’epoca dell’esplosione di Lin) ha sicuramente influito sia sulla scelta di disinteressarsi al ragazzo da da Palo Alto sia sulla scelta che risale alla cessione del 2012. L’idea di Melo era semplice e molto chiara, tanto da essere colta subito dalla società: non è la super star che mi/ci aiuta a vincere ed essendo una PG ha bisogno di avere troppo la palla in mano. Moleskine alla mano in stile Jordan e via, Lin lontano dalla Grande Mela.

Rockets, Lakers, Hornets le squadre che hanno investito successivamente sul giovane ma non con gli stessi risultati visti con i Knicks. Ora tocca all’altra sponda di NYC, a Brooklyn, cercare di reinventarsi una Linsanity nuova di zecca. Ha parlato in settimana Lin, al New York Post, per la prima volta da giocatore dei Nets, ammettendo che le critiche non gli creano alcun fastidio. Nella parte introduttiva dell’intervista, il giornale newyorchese svela un retroscena non ancora sentito: i Knicks hanno preferito non investire su Jeremy per via del suo aspetto difensivo. La notizia contrasta con quanto visto nelle ultime stagioni. Lo stesso coach Clifford ha spesso elogiato Lin per la sua difesa, per la sua aggressività. Dov’è la verità? Affidiamoci ai numeri:

Per cominciare, torniamo a quando ha lasciato New York. I Knicks hanno subito in media 96.7 punti con lui in campo mentre 99 con lui fuori. Dunque, sicuramente nell’ultima stagione con i Knickerbockers non ha fatto male dal punto di vista difensivo. In termini individuali, invece, Synergy Sport lo ha classificato al 64esimo posto per punti concessi. Gli Hornets hanno viaggiato più o meno sulle stesse cifre di quei Knicks ma individualmente le cifre di Lin salgono (e non di poco). Migliora la sua difesa in isolamento, migliora la sua difesa in pressione sulla palla. Certo, non è il giocatore che utilizzi per fermare Durant, LeBron, Melo, Westbrook ma resta comunque un giocatore difensivamente solido. Questi numeri paradossalmente sono stati alla base della rinuncia dei Knicks ma quegli stessi Knicks sono costantemente alla ricerca di una nuova Linsanity. L’aspetto difensivo è stato centrale ma non del tutto, numeri alla mano.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone