I Milwaukee Bucks e l'arte di rovinare la festa
I classici imbucati ad una festa che finiscono inevitabilemente per rovinarla. E’ il destino dei Milwaukee Bucks che, per l’ennesima volta nella loro storia, interrompono la striscia vincente della squadra del momento. Questa volta è toccato ai Golden State Warriors di Stephen Curry soccombere sotto i colpi di Monroe, Antetokounmpo e MCW e vedere la propria striscia vincente interrotta a quota 24. Ma, come detto, i figli della Baia sono solo gli ultimi di una lunga serie di vittime eccellenti.
Come quei Los Angeles Lakers, le cui 33 vittorie consecutive fatte registrare nel 1971/72 erano l’obiettivo nemmeno troppo nascosto della truppa di Kerr. Oggi come allora, però, tra il dire e il fare ci sono di mezzo i Bucks che, trascinati da un giovane rampante di nome Kareem Abdul Jabbar (che quella sera scrisse 39 convincendo gli angeleni a puntare su di lui) nonché da Oscar Robertson, riuscirono a fermare la marcia apparentemente inarrestabile dei gialloviola di Jerry West e Wilt Chamberlain. Con grande soddisfazione dei tifosi Celtics che, però, un paio di stagioni dopo, si videro ugualmente respinti con perdite quando si trattò di portare a 13 il numero di W di fila.
Tempo dieci anni e tocco ai Sixers versione 1982/83 arrendersi a Milwaukee, chiudendo una striscia di 14 vittorie tutte firmate in calce dal ‘Doctor J’. In seguito toccò anche agli Spurs (2006/07) e ai Mavericks (2010/11), bloccati rispettivamente a quota 13 e 12 W.
C’è però un particolare che può far sorridere Golden State. Tutte le squadre che hanno avuto la striscia vincente interrotta dai Bucks, alla fine della stagione hanno vinto il titolo. E, a pensarci bene, il Larry O’Brien val bene una sconfitta.