I Cavs rincarano la dose e mandano in crisi Dallas! I Pelicans sbancano il Barclays Center, OK Jazz sui Knicks
NEW ORLEANS PELICANS @ BROOKLYN NETS 111 -91: la corsa all’ultimo posto disponibile per la post-season ad ovest è sempre più serrata e quando manca ormai un mese scarso all’inizio dei PO, anche un semplice passo falso può compromettere un’intera stagione. Al Barclayc Center di Brooklyn, NY, arrivano i Pelicans di Anthony Davis, reduce da prestazioni di eccellente livello. Per i Nets, nel pre-partita, arriva la notizia direttamente dalle parole di Mikhail Prokhorov, il quale ha confermato che le trattative per la nuova proprietà sono già in dirittura d’arrivo. Nel frattempo si scende in campo e il problema principale è arginare AD, vista l’assenza di un altro tassello importante come Tyreke Evans. Nel primo quarto la coppia Williams-Lopez mette in seria difficoltà New Orleans, con il lungo in maglia bianco-nera che non mostra alcun tipo di timore reverenziale nei confronti ai Davis e Asik, anzi. Il duello si sposta poi in cabina di regia, tra Norris Cole e Deron Williams. Tra un crossover e l’altro di D-Will, Cole Train trova sempre l’occasione di dimostrare come sia migliorato nel tira dalla lunga distanza. Ne vien fuori un bel duello. Il primo quarto si conclude col vantaggio Nets (23-27) ma nel secondo le seconde linee dei Pelicans firmano un semi-decisivo contro parziale: Ajinca guida, Pondexter rifinisce e Asik fa il vuoto all’ombra dei cristalli. Il punteggio all’intervallo dice Pelicans (+9). Ad inizio terzo periodo il distacco tra le due squadre si dilata, la forbice si allarga e i Nets cadono sotto i colpi del parziale che decide la partita (23-15). Da segnalare (lo troverete anche nella nostra sezione video) un clamoroso alley-oop tra Cole e Davis con AD23 che va letteralmente testa e spalle sopra tutti prima di inchiodare una perentoria schiacciata dopo il lob! La serata, non troppo redditizia dal punto di vista numerico, si conclude male perchè su una penetrazione di Williams, Davis prova a mettersi davanti ma è costretto a lasciare il campo a 15′ dalla fine per via di un dolore al volto (probabilmente al naso) che non gli permette di proseguire la gara. Il finale sarà in scioltezza, con New Orleans che sbanca Brooklyn, gle ne dà 20 e resta in piena corsa PO!
NEW ORLEANS PELICANS (36-29): Pondexter 17, Davis 15, Asik 12 + 15 RT, Gordon 16, Cole 16, Cunningham 6, Ajinca 17, Williams 4, Fredette 4, Babbitt 2, Withey 2.
BROOKLYN NETS (25-37): Johnson 10, Young 10, Lopez 15, Brown 7, Williams 10, Bogdanovic 12, Jack 15, Anderson 3, Jefferson 8, Plumlee 1, Jordan, Karasev, Morris.
CLEVELAND CAVALIERS @ DALLAS MAVERICKS 127-94: insieme alla partita dell’AT&T Center di San Antonio tra Spurs e Raptors, Cavs-Mavs è la partita di cartello di stanotte, con un tasso di talento e di all star sul parquet incredibile! Iniziamo con le novità: per quanto possa influire sul gioco (poco, ndr), LeBron James, a memoria d’uomo, gioca la sua prima partita in NBA senza la sua famigerata trademark headband, comunemente chiamata fascetta. L’inizio di gara sorride alla squadra di casa che, con la solita transizione guidata dal monello Rondo, riesce a trovare buoni tiri e, per il momento, le percentuali restano alte. L’intensità è subito alta, la difesa di Cleveland scricchiola un po’ (come sempre ad inizio partita) ma la partita resta equilibrata. Sembra paradossale che la mini spallata dei Mavericks arrivi negli ultimi 4 secondi del quarto, con Harris che prima segna in zingarata e poi, dalla rimessa, la ruba Ellis che deposita a canestro il definitivo 26-31 Dallas. Si fa sentire coach Blatt in panchina e la risposta dei suoi è piuttosto altisonante: senza mezzi termini LeBron James prende possesso della partita, prima col record (diventa il miglior assistman della storia dei Cavs con 4.207 assist, superando Mark Price) grazie ad un passaggio allucinante per il fido compagno Jones e poi con le solite giocate di potenza, come quella che consente a Cleveland di mettere il naso avanti. Dopo 6′ del secondo quarto, la partita è già nuovamente rovesciata con i Cavs che toccano il +5 grazie alla schiacciata del Re. LeBron non è solo, arrivano anche le gran giocate dei compagni come Kyrie Irving, autore di una incredibile schiacciata con tanto di fallo, mentre per Love e JR Smith bisogna aspettare soprattutto il secondo tempo. Un quarto pazzesco di Cleveland (41-22) consente agli ospiti di andare negli spogliatoi sul punteggio di 67-53. Si ritorna in campo ma la musica non cambia per coach Carlisle che continua a faticare difensivamente contro un attacco che, rispetto ad inizio anno, è molto più corale, di squadra e sempre alla ricerca del miglior tiro. Lo dimostrano gli extrapass per Smith, per Love e per James, il quale chiuderà la gara con 4/6 dalla lunga distanza. A 3′ dalla fine del terzo quarto, Cleveland con Love tocca il +22, prima poi di dilagare nel quarto periodo anche con la second unite. L’immagine della panchina di Dallas completamente frustrata e delusa è piuttosto emblematica. I Cavs vincono la 41esima gara stagionale e condannano i Mavs alla quinta sconfitta nelle ultime 7 gare giocate, facendola scivolare al settimo post a ovest . Con lo stesso e identico record, Cleveland, invece, approfittando dello scivolone casalingo dei Bulls e del calo pronosticabile di Washington e Toronto, si piazza al secondo posto della Eastern Conference, un traguardo che sembrava inarrivabile neanche un mese e mezzo fa. Si parla tanto di Curry, di Harden, di Westbrook per la corsa all’MVP ma se c’è un giocatore in grado di realizzare 27 punti, con 8 assist, 7 rimbalzi, tirando con il 71% dal campo (10/14) e il 66% da 3, in appena 28′ di gioco, quello è LeBron James. Sicuri che Cleveland non è da titolo?
CLEVELAND CAVALIERS (41-25): James 27, Love 21 + 14 RT, Mozgov 17, Smith 21, Irving 22, Shumpert 7, Dellavedova 2, Thompson, Jones 6, Perkins 4, Harris, Haywood n.e Miller n.e.
DALLAS MAVERICKS (41-25): Parsons 18, Nowitzki 13, Chandler 9 + 10 RT, Ellis 17, Rondo 4, Aminu, Stoudemire 15, Harris 7, Barea 2, Villanueva 1, Felton 1, James 2.
NEW YORK KNICKS @ UTAH JAZZ 82-97: se probabilmente cercate della buona spettacolare, fatta di stelle, di all star, di grandissimi giocatori, Salt Lake City non è il vostro posto ideale. Partita tutt’altro che di cartello quella che si gioca all’EnergySolutions Arena tra Jazz e Knicks. C’è in campo il nostro Andrea Bargnani, autore di prestazioni di ottimo livello nell’ultima settimana, mentre non c’è Gordon Hayward, fermato da un problemino alla schiena dopo il back-to-back. La partita inizia a ritmi anche discreti, diventando godibile e piacevole. Bargnani in attacco continua a dimostrare di essere in forma, ma in difesa concede di tutto ad uno scatenato Derrick Favors, autore di 29 punti alla sirena finale. Si vede anche “The Australian Connection” ovvero sia le giocate sull’asse Ingles-Exum, con il giovanissimo che viene mandato in campo aperto dall’esperto playmaker. Il primo tempo si chiude con i Jazz avanti di 8 lunghezze ma la risposta di NY arriva nel terzo quarto con una gran prova offensiva (30 punti segnati, una rarità per coach Fisher) che consente ai Knicks di mettere anche il naso avanti a metà della penultima frazione di gioco. Ritorna Favors e Utah ritorna a giocare, anche grazie alla partita solida del rookie Hood (17 punti). New York ne segna appena 17 nel quarto periodo, ritornando sui suoi standard, mentre i Jazz si ritrovano e agguantano una vittoria meritata. Si chiude a quota 20 la partita del Mago, con 9/19 dal campo, 2/2 dalla lunetta, 3 rimbalzi e un plus/minus positivo (+5).
NEW YORK KNICKS (12-51): Thomas 1, Amundson 8, Bargnani 20, Shved 21 + 10 RT, Galloway 4, Larkin 4, Early 5, Smith 2, Aldrich 17, Wear.
UTAH JAZZ (27-36): Millsap 2, Favors 29 + 12 RT, Gobert 10 + 14 RT, Exum 8, Burke 5, Hood 17, Ingles 12, Booker 2, Evans, Benimon, Cotton 2.