I casi Curry e Thompson : la polemica sulle "concussions"
Nelle finali di Conference giocate dai Warriors, gli Splash Brothers hanno subito colpi alla testa. In entrambi i casi sono rientrati più tardi, nel corso della stessa partita in campo, dopo essere andati a controllo nello spogliatoio. Questo ha dato il via ad un mare di polemiche tra Michele Roberts, direttore esecutivo della NBA e lo staff medico dei Golden State Warriors. La Roberts ha dichiarato di essersi sentita presa in giro, sostenendo che i
medici degli Warriors abbiano aggirato i protocolli per la sicurezza dei giocatori quando vi è un sospetto di trauma cranico, quando ha visto prima Steph e poi Klay tornare in campo. La Roberts non ritiene che un giocatore, dopo che sia stato colpito alla testa, debba rientrare in campo nel corso della stessa partita, e la polemica è impazzata su questo argomento, anche facendo riferimenti a sport come il Football e l’Hockey dove i contatti duri sono ben più frequenti e rischiosi. Quando si sospetta che un giocatore possa aver subito un trauma cranico, i medici sociali o i preparatori atletici devono testare la memoria a breve termine e le capacità cognitive dello stesso, oltre a testare le capacità coordinative e di equilibrio, e la decisione se un giocatore può rientrare in campo o meno deve sempre spettare allo staff medico e mai al singolo giocatore.