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HEAT – La sorpresa si chiama Whiteside

Whiteside (Heat) opera un tagliafuori su Noah (Bulls) (foto da: thestar.com)
Whiteside (Heat) opera un tagliafuori su Noah (Bulls) (foto da: thestar.com)

Nella scorsa notte, i Miami Heat sono riusciti ad espugnare lo United Center di Chicago (96-84). La vera notizia, però, non risiede né tanto nel risultato né tanto nei 26 punti del figlio di Windy City Dwayne Wade. La grande sensazione (da un po’ di tempo a questa parte, a dire il vero) si chiama Hassan Whiteside. Nato il 13 Giugno 1989 a Gastonia, North Carolina, il prodotto di Marshall University è stato autore della prima tripla doppia della sua carriera, con 14 punti, 13 rimbalzi e ben 12 stoppate (record di franchigia, meglio di Alonzo Mourning, autore, in 6 occasioni, di 9 stoppate), in 24’37” di gioco. Una prestazione super, grazie alla quale Whiteside è riuscito ad oscurare una all-star come Pau Gasol e a diventare l’incubo del povero Gibson, vittima di ben 5 stoppate. Tanti i complimenti per il 25enne il quale, nel post partita, ha rivelato il desiderio che tale performance possa aiutare il suo alter ego digitale in NBA2K15. La risposta dello staff responsabile del celebre videogame non si è fatta attendere, sottolineando come il duro lavoro di Hassan non passerà inosservato. Di lui, Spoelstra ha detto: “Ha dato alla squadra una nuova dimensione. Ha solo bisogno di tempo per crescere. Doveva passare attraverso le sue prove e le sue tribolazioni per potersi trovare in questa Lega, compreso giocare in Cina e Libano. Bisogna tifare per ragazzi come lui”. Wade è entusiasta di lui: “E’ speciale. E’ il tassello che ci è mancato negli ultimi due campionati. Le sue doti di grinta, tempismo, tenacia non si possono insegnare. Quando riesce, va ogni volta a schiacciare. Io gli ho detto ‘Questo è il tuo posto (il pitturato). Proteggilo e blocca tutto quello che arriva qui’”.

 

Eppure, finora la sua carriera era stata alquanto difficile e con viaggi degni di un giocatore giramondo. Nel pre gara con i Bulls, ad esempio, il giocatore ha sottolineato come sia grato di poter fare questo mestiere dopo esser stato investito da un’auto, quando aveva appena 10 anni. Dopo la già citata parentesi nella Marshall University (2009-10), Whiteside viene scelto nel secondo giro del Draft 2010 (#33) dai Sacramento Kings. La sua prima stagione nella Lega è segnata dai guai fisici, che gli permettono di scendere in campo solo una volta, salvo poi giocare in D-League con i Reno Bighorns, squadra affiliata ai Kings, con i quali inizia anche la stagione 2011-12. Nella seconda parte di stagione riesce a tornare nel roster di Sacramento, giocando, però, una media di 6.1 minuti, con 1.6 punti e 2.2 rimbalzi a partita, con un massimo di 10 rimbalzi in un match con i Rockets l’8 Aprile 2012. Terminata la stagione, Whiteside diventa free agent ma, non trovando un contratto in NBA, scende nuovamente in D-League, accordandosi con i Sioux Falls Skyforce e passando, in seguito, ai Rio Grande Valley Vipers. A questo punto, il ragazzone della North Carolina decide di giocarsi la carta estera, anche se a latitudini abbastanza inusuali. Inizialmente, infatti, gioca 4 partite con i libanesi dell’Amchit Club; quindi, si trasferisce in Cina, raggiungendo la finale del campionato con i Sichuan Blue Whales. Dal novembre 2013 troviamo il nostro addirittura in Libia, con l’Al Mouttahed Tripoli, squadra lasciata nell’Aprile 2014 per i Jiangsu Tongxi, ancora nella Chinese Basketball Association. La stagione attuale vede Whiteside tornare negli States e cominciare con gli Iowa Energy, formazione di D-League affiliata ai Memphis Grizzlies. Dopo 3 partite giocate, Hassan, il 24 Novembre 2014 firma un contratto non garantito con i Miami Heat e, il 13 Dicembre, viene inviato ancora in D-League, con i Sioux Falls Skyforce.

 

I problemi nel reparto lunghi degli Heat, però, spingono la società di South Beach a richiamarlo dopo appena due giorni, ed è lì che parte il riscatto di Whiteside, con un impatto nelle partite di Miami immediato e sorprendente, segnando l’ennesima scommessa vinta dal grande Pat Riley. Grazie anche ai consigli di Juwan Howard, il gioco e le prestazioni del ragazzo sono andate in costante miglioramento, passando per il suo career-high, l’11 Gennaio contro i Clippers, con 23 punti e 16 rimbalzi, fino alla magnifica serata di Chicago. Come già sottolineato dal nostro Alessandro Pagano, i numeri riescono a spiegare abbastanza bene cosa stia facendo Hassan. A fronte di un utilizzo medio ancora relativamente basso nelle 18 partite giocate (15.9), le statistiche parlano di 7.7 punti, 6.2 rimbalzi, e 2.6 stoppate di media (46 all’attivo). Cifre che si innalzano nettamente nelle ultime 8, nelle quali si evince un ulteriore miglioramento del #21: in 22’ di utilizzo medio, ha fatto registrare 12.1 punti, 8.9 rimbalzi e 4.3 stoppate di media. Saltano all’occhio le 4 doppie doppie, oltre, ovviamente, alla tripla doppia della scorsa notte, e le cifre al tiro di Whiteside, ovvero un 67.4% dal campo (60/89), mentre qualche miglioramento è lecito attendersi dalla lunetta (50% con 19/38).

 

Numeri a parte, sembra proprio che Miami, abbia trovato la chiave per risolvere i suoi problemi nel pitturato. L’obiettivo di coach Spoelstra e del suo staff sarà quello di incrementare gradualmente il minutaggio, farlo migliorare ulteriormente (con l’aiuto anche dei veterani, su tutti Wade e Bosh) e spingerlo a diventare un fattore sempre più decisivo nell’economia degli Heat. L’auspicio per la franchigia della Florida, dopo aver visto partire LeBron, è quello di aver trovato un elemento dal quale ripartire, alla ricerca di futuri successi.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone