Harden, cinque anni fa il passaggio in maglia Rockets
Sono passati esattamente cinque anni dalla trade che vide James Harden passare dagli Oklahoma City Thunder agli Houston Rockets
Si celebra quest’oggi l’anniversario di una delle più importanti e senza dubbio discusse trade della storia, recente e non, del basket professionistico a stelle e strisce.
Era il 27 ottobre 2012 quando, tra lo stupore generale, la rottura tra “Il Barba” e la franchigia che sarebbe diventata a tutti gli effetti del duo Durant – Westbrook divenne ufficiale.
Il miglior sesto uomo della stagione Nba 2011-2012 fu scaricato da Oklahoma, consapevole delle insormontabili difficoltà a procedere in una trattativa arenatasi sin da principio a causa delle alte richieste di rinnovo da parte del giocatore.
Harden divenne ufficialmente un nuovo elemento a disposizione degli Houston Rockets, lasciando una città letteralmente innamorata di un giocatore capace di ergersi a simbolo di una intera comunità cestistica e non.
Al suo posto, arrivarono Kevin Martin, il rookie Jeremy Lamb, due future scelte al primo giro del draft ed una al secondo.
Cinque anni dopo, i Thunder hanno letteralmente rivoluzionato la loro identità di squadra, arrivando a rinunciare persino a Kevin Durant per i ben noti problemi in casa con Russell Westbrook.
KD ha scelto gli Warriors e, agli ordini di Steve Kerr, è riuscito ad aggiudicarsi il tanto agognato titolo NBA, con tanto di riconoscimento come miglior giocatore delle ultime Finals.
I Thunder, dal canto loro, nell’ultima off-season, sono ripartiti dal concetto di big three tanto caro al mondo Nba, riuscendo ad assicurarsi le prestazioni di Carmelo Anthony e Paul George e, con essi, sognano di poter arrivare fino in fondo.
James Harden ad Houston è diventato leader indiscusso di un gruppo che, tuttavia, non è mai riuscito a spodestare realmente il dominio di Curry e compagni.
Quest’estate, pur tuttavia, lo ha raggiunto Chris Paul, attualmente fermo ai box per un problema al ginocchio.
L’aiuto di un CP3 sano potrebbe essere provvidenziale per provare l’assalto ad una Western Conference che, in virtù dei tanti corsi e ricorsi storici nonché delle storie che quest’anno è in grado di raccontare, si preannuncia davvero scoppiettante.