GSW@CLE, Gara-6: Curry, "Siamo una grande squadra"
Con una grande prova esterna, i Warriors hanno espugnato la Quicken Loans Arena in Gara-6 (105-97) e hanno chiuso la serie sul 4-2, potendo finalmente liberare tutta la gioia repressa in 40 anni di attesa. Una partita che ha visto Golden State dare lo strappo decisivo alla partita tra terzo e quarto periodo, sospinta dalla classe di Curry, dalla sostanza di Iguodala e Green, e dalla bontà di gregari come Livingston, Barbosa ed Ezeli. Ed è proprio lui, Andre Iguodala, il tanto inatteso quanto meritato MVP di queste Finals, il protagonista assoluto del dopo partita. “E’ stato un cammino davvero lungo; una stagione grandiosa” – dice l’ex Nuggets, presentatosi davanti ai microfoni con il trofeo di MVP sotto braccio – “Come mi sento? Non riesco a pensare a nulla, solo a festeggiare con i compagni perchè sono questi i momenti che ti restano dentro per sempre. Marcare LeBron è stato davvero faticoso, non tanto fisicamente quanto mentalmente. Devi pensarci 24 ore su 24, giorno e notte. E’ per questo che è il più forte del mondo, puoi solo sperare di limitarlo, non certo di fermarlo“. Sul titolo di MVP delle Finals, questo è il pensiero del 31enne di Springfield: “Non sono sorpreso perché ho fiducia nei miei mezzi. Ma se me lo avessero detto prima delle finali, avrei puntato su Curry o Green. Sono solo felice dell’anello, l’MVP è un di più“. “E’ stato fondamentale lavorare tanto con il secondo quintetto in allenamento” – continua Iguodala – ” Non tanto per volontà di rivalsa su Barnes, che mi aveva preso il posto, ma per lo spirito competitivo che c’è tra noi. E li battevamo spesso e non di poco. E questo ci ha aiutato in queste Finali“.
Per coach Kerr, non poteva esserci scelta migliore: “Difendere su LeBron è il lavoro più duro che ci sia nel basket. Dopo Gara-3, abbiamo deciso di metterlo in quintetto perché era quello che stava facendo il lavoro migliore su James, ma anche perché ci stava dando tanto altro. Il loro piano era limitare Curry e Thompson, lasciando che fossero Andre e Green a batterli. E Iggy l’ha fatto. Si è sacrificato tutto l’anno per il bene della squadra. L’aver accettato di partire dalla panchina ha posto le basi per tutta la stagione. Il fatto che il premio sia andato a lui chiude il cerchio“. Sulle sue sensazioni, Kerr è felicissimo: “Ragazzi, che notte! Sono passati 12 anni da quando avevo provato l’ultima volta simili sensazioni e avevo quasi dimenticato quanto fosse tutto estenuante. Ad un certo punto arrivi a dubitare di potercela fare davvero. Sapevo di ereditare una grande squadra, ma non pensavo di poter raggiungere un tale obiettivo al primo anno“. “Sono stato sempre fortunato nel corso della mia carriera. Sono stato prima accanto a Michael Jordan e a Tim Duncan, adesso vicino a Steph e Klay. Non c’è che dire, sono l’uomo più fortunato della Terra“.
Steph Curry è il ritratto della felicità: “Sono senza parole. E’ tutto fantastico. Essere affidabili per conquistare questo trofeo, tutto il duro lavoro che abbiamo compiuto nel corso della stagione, questo è speciale. Siamo sicuramente una grande squadra, che dovrebbe passare alla storia come una delle migliori in assoluto“. Anche il #30 dice la sua su Iguodala: “Iggy è speciale, ha meritato l’MVP. Sapevo che giocatore era, aveva solo bisogno di dimostrarlo al mondo intero. E’ buona parte del motivo per cui ora stiamo festeggiando“. Anche altri giocatori si uniscono al coro di complimenti per l’MVP. Secondo Green “E’ quello a cui ci rivolgiamo quando le cose vanno male; non ha detto una parola quando il coach gli ha chiesto di fare il sesto uomo. E nelle finali ha salvato la nostra stagione“. Per Livingston, “Ha girato la serie, è il giocatore che più di ogni altro incarna la nostra squadra“. Concludiamo con Thompson: “E’ un professionista consumato. Non l’ho mai sentito lamentarsi una volta e quando più serviva si è fatto trovare pronto“.