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Golden State Warriors @ San Antonio Spurs 92-86: Curry & co. a un passo dalla storia

GOLDEN STATE WARRIORS @ SAN ANTONIO SPURS 92-86

(14-19, 21-16, 27-26, 30-25)

Con uno Stephen Curry livello cinque stelle extralusso (37 punti, 13/22 dal campo, 4/9 da tre, 5 rimbalzi e altrettanti assist), i Golden State Warriors sbancano l’AT&T Center di San Antonio e, in un colpo solo, infrangono l’imbattibilità interna degli Spurs, pareggiano il record di vittorie dei Bulls 1995/1996 e avranno con i Memphis Grizzlies la possibilità di (ri)scrivere la storia puntando alla W stagionale numero 73 in regular season.

Gli Spurs partono subito forte con uno 0-5 interamente firmato Leonard. Gli fa eco Draymond Green che sigla 6 dei primi 8 punti dei Warriors. Che, però, almeno inizialmente, soffrono la difesa dei padroni di casa e la presenza a rimbalzo di Aldridge (doppia doppia a quota 24 punti e 10 rimbalzi) & co. (13 rimbalzi offensivi nel solo primo tempo), come testimonia il 2-10 di parziale a favore della truppa di Pop e gli appena tre punti segnati negli ultimi cinque minuti del primo quarto. Il 14-19 con cui si chiude il primo periodo rappresenta il minimo stagionale dei Warriors per punti in un singolo quarto. La musica non cambia in apertura di secondo periodo, con le triple di Ginobili e Mills che lanciano gli Spurs sul +9 (16-25). Tuttavia gli ospiti riescono, in modo quasi misterioso, a regolare il feng shui del tiro dalla distanza (4/12 nei primi 24 minuti), riuscendo a ricucire lo strappo nel finale di frazione: nel 9-2 di run che porta al 35-35 a tabellone all’intervallo lungo ci sono le firme di Thomson, Curry (11 punti nel primo tempo) e Green.

Ad uscire meglio dagli spogliatoi sono i texani che approcciano con uno 0-8 di parziale che costringe Kerr a chiamare un timeout immediato. Messaggio chiaro e recepito perfettamente da Stephen Curry (16 punti nel solo terzo quarto): due triple in fila in un 12-0 in cui c’è anche la firma di Bogut (4 punti). Aldridge reagisce e trova la parità a quota 51 a cinque minuti dall’ultimo intervallo, in quello che assomiglia più a un incontro di boxe che a una partita: le squadre si scambiano colpi a ripetizione, con Curry nella parte del leone, fino al 62-61 che apre l’ultimo e decisivo quarto. Che, almeno inizialmente, ha in Harrison Barnes (7 punti) e Boban Marjanovic (4) i protagonisti. Quanto meno prima che gli ‘Splash Brothers’ decidano di prendersi il proscenio guidando GS fino all’84-73 a 4:23 dall’ultima sirena. Agli Spurs non resta che aggrapparsi alle iniziative nel pitturato di Aldridge, ma due giocate di Curry che non hanno nulla a che vedere con la razza umana sembrano chiudere ogni discorso con il 90-79 a poco meno di 1.30 dalla fine. Condizionale d’obbligo visto che 5 punti in fila di Leonard (doppia doppia da 20+13 per lui) riportano gli ospiti sotto (90-86), prima che il 30 sigilli dalla lunetta la W numero 72.

GOLDEN STATE WARRIORS: Barnes 9, Green 11, Bogut e Livingston 4, Thompson 14, Curry 37, Iguodala e Rush 3, Ezeli 1, Speights 6;

SAN ANTONIO SPURS: Leonard 20 (13 rimb.), Aldridge 24 (13 rimb.), West (10 rimb.) e Parker 4, Green 2, Ginobili 8, Mills 7, Anderson e Marjanovic 4, Martin 9.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone