Golden State Warriors @ Chicago Bulls 119-112: Splash Brothers decisivi per la 14° W esterna consecutiva di Golden State
Quarta trasferta consecutiva per i Golden State Warriors, di scena allo United Center di Chicago, contro i giovani Bulls di coach Hoiberg. I Campioni in carica, grazie agli Splash Brothers, che combinano insieme 68 punti, 13 rimbalzi e 6 assist, con 13/24 dalla lunga distanza (38 Klay e 30 Steph), centrano la 14.esima vittoria esterna di fila, eguagliando il record di franchigia (3° striscia esterna migliore di sempre). Non bastano ai padroni di casa il solito Mirotic in uscita dalla panca (24+6 reb) e le buone prestazioni di Dunn e Lopez (16 a referto per entrambi). Ma passiamo alla partita.
Senza Green e Iguodala, gli ospiti perdono subito anche Jordan Bell che, posterizzato da Lopez nel primo possesso Bulls, cade male e gli si gira la caviglia sinistra, dovendo immediatamente lasciare il parquet. Molto positivo è l’avvio del duo Lopez-Holiday (rispettivamente 10 ed 8 punti a referto), ma sono i californiani a provare il primo allungo, toccando il +12 con una bomba di Curry (32-20 a 3’52” dalla prima pausa, 14 nel periodo per il #30). Ma la reazione Bulls è veemente e porta ad un break di 6-20 che culmina con una schiacciata praticamente sulla sirena di Nwaba, dopo una brutta rimessa dal fondo di Golden State. Al 12′, i padroni di casa conducono 38-40.
Il momentum di Chicago prosegue anche nella prima metà di secondo periodo. Mirotic è sempre molto efficace e realizza 8 punti in fila per il +11 Bulls (46-57 a 7’01” dall’intervallo lungo); Dunn crea sempre problemi alla difesa avversaria, mentre Lopez continua a volare al ferro. Ma la replica Warriors non si fa attendere. Con un combinato di 18 punti, il trio Thompson-Curry-Durant riporta sotto Golden State che, al 24′, insegue a 3 lunghezze di distacco (63-66). Il terzo periodo dei Warriors è devastante, soprattutto difensivamente parlando, dato che concedono la miseria di 12 punti agli avversari, che tirano con un complessivo 25% dal campo (6/24, 0/7 da tre). Le triple a grappolo degli Splash Brothers (11 a testa nel periodo) bombardano il canestro avversario, regalando un mortifero 25-2 di parziale, con Durant che firma i due liberi del +19 a 2’59” dalla sirena (91-72). Sembra ormai fatta, e i ragazzi di Steve Kerr si presentano all’ultimo periodo avanti di 17 lunghezze (95-78).
I Bulls, però, sono una squadra che non molla facilmente. Vero, il primo tentativo di rientro, firmato Mirotic (12 nel periodo)-Portis, che conduce i padroni di casa sul -9 (97-88 con 9’59” da giocare), viene prontamente respinto dai Warriors, che allungano nuovamente fino al +16 (106-90 a 7’40” dal termine) con un KT sempre protagonista (11 nel periodo). A questo punto, però, sale in cattedra Kris Dunn, il quale realizza 9 punti nel periodo, portando i suoi fino al -5 (112-107 a 2’55” dalla fine). In occasione dell’ultimo canestro, però, l’ex Twolves fa correre un grosso brivido allo United Center: dopo aver rubato palla a Thompson, Dunn vola al ferro, inchiodando con una bimane; la caduta, però, è rovinosa, tanto che il 23enne ricade di faccia (anzi, di bocca) sul parquet, dovendo lasciare il campo.
Thompson prima e Durant poi, con un fondamentale gioco da tre punti, ricacciano indietro ancora una volta gli avversari (117-107 a 1’57” dal termine). Ma Chicago non ne vuol sapere di mollare, tornando ancora sul -5 con una tripla di Markkanen e un tap-in di Mirotic (117-112 con 50″ sul cronometro). A far scorrere i titoli di coda ci pensa ancora il #11 ospite, con i due liberi che fissano il punteggio sul 119-112 con cui si chiude la sfida.
GOLDEN STATE WARRIORS (37-9): Bell, Durant 19, Pachulia 6 (11 reb), Curry 30, Thompson 38, West 6, Looney 2, Casspi 4, McGee 2, Livingston 4, McCaw 6, Young 2.
CHICAGO BULLS (17-28): Markkanen 11, Lopez 16, LaVine 5, Dunn 16, Holiday 8, Mirotic 24, Portis 12, Valentine 10, Nwaba 8, Grant 2, Zipser, Felicio, Pondexter.
Foto da: YouTube.